Gli attacchi informatici sono sempre più consistenti tanto da spaventare non solo i piccoli utenti ma anche le grandi aziende.
La sicurezza informatica ha fatto passi da gigante, nonostante tutto però ci sono ancora problemi rilevanti in termini di gestione degli attacchi. L’ultimo avvenuto a Google dimostra anche tutta la vulnerabilità di un colosso che può esporre in questo modo i suoi utenti ad una situazione di reale difficoltà.
Gli ultimi elementi sono stati forniti a proposito dall’annuale Voice of the CISO Report che dettagliatamente analizza non solo la sicurezza aziendale e quindi come proporre un cambiamento utile e un atteggiamento generale di tutte le organizzazioni ma anche le eventuali misure da adottare e cosa ci si può aspettare nel prossimo periodo.
Attacchi informatici: è allarme per gli esperti
Secondo quanto riportato da TechNewsWorld si tratta del 68% di organizzazioni che temono un attacco, si parla di due terzi di aziende che hanno la consapevolezza di un attacco nei prossimi 12 mesi. Guardando alla situazione precedente il dato era ben diverso.
Le stime parlavano di meno del 50% quindi è cambiata la percezione ma anche dal punto di vista organizzativo le risorse destinate ad un attacco informatico. Dopo la pandemia sono stati implementati tanti nuovi controlli, soprattutto a lungo termine. Quindi per certi versi cambiava già la percezione delle cose, prima erano più rivolte all’attacco a breve termine e alla sua risoluzione.
Oggi si guarda lontano a quello che può essere a quello che potrebbe accadere. Anche le tensioni internazionali non hanno aiutato, soprattutto le Big che temono sempre più ripercussioni e di essere coinvolte. Anche le aziende italiane nell’ultimo anno sono state al centro di attacchi informatici importanti e anche di difficile risoluzione.
Che di fatto hanno procurato un danno all’immagine e alla sicurezza pubblica sul web e hanno esposto milioni di utenti a pericoli reali per dati personali e informazioni. In molti casi però la situazione non riguarda solo l’esterno, come dimostrato da CISO infatti è almeno nell’82% dei casi che si teme un attacco e quindi un rischio interno.
Il problema sorge sicuramente per i limiti di quello che è possibile fare e anche per il tipo di azienda di cui si parla, un conto è un colosso come Google che deve fronteggiare un attacco e un altro è un’azienda anche di media entità che deve rapportarsi a questo tipo di situazione. Nel futuro quindi si lavorerà molto di prevenzione e sempre più aziende struttureranno un piano per calcolare i rischi e anche le possibili soluzioni.