Alla stregua di un’ancora di salvataggio. Il Google I/O ha permesso al colosso di Mountain View di tornare a navigare a vele spiegate nel Mare Magnum della rete.
Benedetto Google I/O. Serviva proprio il tradizionale evento dedicato agli sviluppatori. Messo sotto pressione da Microsoft (in ambito dell’Intelligenza Artificiale), Google ha risposto a modo suo, con novità molto importanti.
Il nuovo motore di ricerca, più potente e conversazionale, in grado di competere alla grande con Bing AI di Microsoft. Nuovi smartphone, i chiacchierati Google Pixel 7/a di prossima uscita. E ancora: tablet annunciati e l’immancabile Fold. E ancora: la nuova visualizzazione di navigazione per Google Maps, popolata di edifici 3D, vegetazione, ulteriori dettagli come la qualità dell’aria, il traffico e il tempo.
La modalità sarà disponibile a partire dall’estate e potrà essere utilizzata per passeggiate, viaggi in auto e persino in bicicletta. Tante le novità, comunque, del colosso di Mountain View, tra queste con l’attesissimo Universal Translator, un traduttore universale, ulteriormente evoluto, grazie naturalmente all’aiutino di quella Intelligenza Artificiale di cui Google è stato per anni il numero uno in assoluto.
Durante la conferenza annuale e tradizione degli sviluppatori I/O, Google ha annunciato che sta lavorando a un esperimento chiamato Universal Translator, uno strumento mira a tradurre video da una lingua all’altra, pur mantenendo il tono e l’atmosfera generale. Ciò significa che non solo l’utilità traduce l’audio da una lingua all’altra, ma imita anche la voce, il tono e le espressioni facciali di chi parla.
L’esempio che ha voluto descrivere il concept di Google è un video di una persona che mentre parla, vede sincronizzarsi i movimenti delle labbra in base alle espressioni della lingua di destinazione. Un’arma a doppio taglio, comunque. Ecco infatti la critica più pesante nei confronti del progetto Universal Transalator che finché resterà nei confini della sicurezza informatica, può solo che far bene a tutti, l’importante è che non sconfini nella creazione di deepfake problematici.
Onde evitare ulteriori problemi, Google ha già spiegato le limitazioni all’accesso di Universal Translator: solo i partner autorizzati potranno utilizzare il suo potere per progetti costruttivi, mentre gli utenti in generale, per il momento, verranno esclusi. Ma come funziona Universal Translator? Nella testa di Google, il traduttore universale rileva prima le parole e le traduce.
Poi, controlla il tono di chi parla e su cosa sta sottolineando. Dopo aver combinato questi due aspetti, genera il discorso nella lingua di arrivo. Dulcis in fundo, sincronizza le labbra di chi parla nel video, in base alle pronunce della voce generata dall’intelligenza artificiale.
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