Il racconto di una giornalista tracciata da TikTok attraverso l’account del suo gatto potrebbe essere la dimostrazione che tutte le dichiarazioni fatte dalla società riguardo la privacy sono una bolla di sapone.
L’ultimo arrivato tra i social network che è riuscito in un tempo rapidissimo a ricavarsi una fetta di utenti enorme è una creatura di origine cinese. E per questo motivo è sempre stato guardato e continua ad essere guardato con una più che generosa dose di sospetto.
Una delle preoccupazioni maggiori, soprattutto delle entità governative nazionali e internazionali, è che se gli fosse richiesto TikTok dovrebbe consegnare alle autorità cinesi dati, nomi utenti, identificativi di dispositivi in tutto il mondo. Come a dire che consegnerebbe tutti gli strumenti necessari a tracciare i movimenti di chiunque nel globo. E la storia di Cristina Criddle, giornalista del Financial Times, dimostra che in parte almeno questi timori non sono del tutto infondati.
Non succede tutti i giorni di ricevere una telefonata direttamente da chi gestisce un social network ma è quello che è successo a Cristina Criddle un paio di giorni prima del giorno di Natale. Come raccontato da lei stessa ai colleghi di BBC, si trovava a casa dei parenti quando ha ricevuto questa strana telefonata da parte di TikTok in cui le veniva spiegato che due impiegati della società che si trovavano negli Stati Uniti e due della sede centrale cinese avevano avuto modo di arrivare ai suoi dati personali attraverso l’account che la giornalista teneva, e tiene tuttora, aperto e su cui erano pubblicati alcuni video del suo gatto senza nessun altro tipo di informazione personale.
La necessità da parte della giornalista inglese di avere un account TikTok è la stessa necessità che ormai costringe molti giornalisti e corrispondenti ad avere un account per ogni social per seguire le notizie e poter in alcuni casi contattare le proprie fonti. Nel caso specifico di Criddle la società cinese durante la telefonata si è più volte scusata per la condotta non lecita dei suoi impiegati ma le scuse non hanno impedito alla giornalista di sentirsi “ violata“. La presa di coscienza che dentro TikTok qualcuno può nei fatti risalire a un utente attraverso i dati che l’app stessa raccoglie l’ha portata a cambiare in parte il suo rapporto proprio con TikTok ma anche con tutti gli altri social.
Perché come raccontato da lei stessa, il suo account continua ad essere aperto ma su un dispositivo che viene semplicemente tenuto in un cassetto della scrivania dell’ufficio in modo tale da non trasformarsi in una sorta di GPS perennemente in funzione e soprattutto per evitare che anche nel futuro le sue attività possano essere tracciate. Ma perché la giornalista inglese era finita nel mirino di questi quattro dipendenti di TikTok che sono stati prontamente licenziati? Da parte della stessa società cinese è arrivata una spiegazione: gli impiegati rei di questo comportamento non autorizzato stavano cercando di capire chi all’interno dei ranghi della società si stesse incontrando in segreto con membri della classe dei giornalisti. Di certo non una bella figura per una società che ogni giorno rischia di venire messa al bando dai cellulari dei governi di mezzo mondo.
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