La pesantissima sanzione inflitta dal governo degli Stati Uniti, per la quale Seagate ha patteggiato, non ha fermato l’arcinota azienda di Cupertino, che ha deciso di rilanciare i suoi prodotti, alzando ulteriormente l’asticella.
Trecento milioni di dollari. Questa la cifra che Seagate ha deciso di patteggiare con il Bureau of Industry and Security degli Stati Uniti. Un accordo transattivo che ha posto fine alla querelle sulle vendite di unità disco rigido della azienda californiana a Huawei, di cui era tra l’altro diventato l’unico fornitore, tra l’agosto del 2020 e settembre 2021, non considerato conforme alle normative sull’amministrazione delle esportazioni degli Stati Uniti.
Secondo i termini dell’accordo transattivo, Seagate pagherà 15 milioni a trimestre al Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per i prossimi cinque anni. “Sebbene ritenessimo di aver rispettato tutte le leggi pertinenti sul controllo delle esportazioni – spiegano da Seagate, in uno stralcio di una ufficiale – abbiamo stabilito che impegnarsi con BIS e risolvere la questione fosse la migliore linea d’azione”.
Dave Mosley, amministratore delegato di una delle aziende leader a livello globale nella produzione di dischi rigidi, chiude una storia. Pronto ad aprirne un’altra, che stavolta potrebbe portare milioni di dollari, in entrata però.
Seagate, infatti, è vicino a completare lo sviluppo dei i primi HDD al mondo da oltre 30 TB, basati sulla tecnologia HAMR, acronimo di Heat Assisted Magnetic Recording). La tabella di marcia è stata ampiamente rispettata. Anzi, Seagate a quanto pare si è avvantaggiato rispetto ai tempi che si era prefissata. I nuovi giganteschi dischi rigidi, infatti, seguiranno gli HDD da 20+ TB, attualmente in fase di sviluppo per la distribuzione di massa.
Per il momento si tratta di campioni di qualificazione finale anche se Seagate ha già fatto sapere di essere sulla buona strada per riconoscere i ricavi dalle vendite dei suoi sistemi Corvault basati su HAMR, già nelle prossime settimane. La strategia prevista sembra abbastanza chiara. Il gigante californiano, sempre più determinato a competere alla pari con il colosso Western Digital, ha in mente di iniziare a distribuire unità HAMR di maggiore capacità, seguendo una precisa tabella di marcia.
Nelle prossime settimane dovrebbero iniziare le spedizioni commerciali (previste per il terzo trimestre) delle unità da 30+ TB. A partire dal 2024 i dischi rigidi da oltre 40 TB, per arrivare a quelli da 50 TB nel 2025. “Stiamo seguendo bene i nostri piani dichiarati – spiega sempre l’ad Dave Mosley – prevediamo di riconoscere i ricavi iniziali dalle piattaforme da 30 TB+ questo trimestre”. La super multa con patteggiamento è già acqua passata.
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