Un browser di una certa età non è mai passato di moda, rimanendo più che stabile nei nostri cuori. Di quale si tratta?
Se un servizio riesce a mantenersi attivo per tanti anni, è molto probabile che la società creatrice non potrà far altro che essere molto contenta per questo incredibile traguardo. Non è da tutti riuscire a portare a termine un tale obiettivo, ma nel momento in cui succede non possiamo fare altro che augurare buona fortuna e vedere in che modo si evolveranno le cose.
Per chi non lo sapesse stiamo parlando di uno dei progetti più lunghi di tutto il web, ossia Mozilla Firefox. In origine venne pensato per sfruttare e veicolare la creatività di migliaia di programmatori in rete e introdurre nel mercato dei browser più innovativi, precisamente il 23 febbraio del 1998. Quel giorni l’azienda Netscape Communications Corporation ne registro il dominio, nonostante la disponibilità vera e propria del programma per navigare su Internet avvenne soltanto quattro anni dopo.
Mozilla Firefox era il nome in codice con cui veniva chiamato il browser Netscape alla sua fondazione. È una sorta di unione tra le parole parole ‘Mosaic‘ e ‘killer‘, un chiaro obiettivo di soppiantare Mosaic, fino a quel momento il browser più popolare in circolazione. E vista l’assonanza tra la parola Mozilla e Godzilla, l’impiegato ed artista Dave Titus diede vita ad una mascotte per il progetto. Parliamo chiaramente della lucertola verde in abiti da pugile, poi ridotta a semplice testa rossa stilizzata di un T-Rex.
Attualmente il motore di ricerca non è più popolare come un tempo. Tenendo conto dei dati di gennaio 2023 della società di analisi StatCounter, possiamo vedere che a livello percentuale di utilizzo Firefox è al 3%, inserito dietro Edge con un 4%, Safari da 18% e Chrome che si ferma al 65%. È chiaro che quest’ultimo browser sia assolutamente il più popolare che ci sia, specie da quando è stato migliorato da Google stessa.
Tuttavia, non neghiamo la possibilità che ci possa essere un cambio di browser grazie al nuovo corso dei motori di ricerca, che mirano sempre più a integrare funzionalità di intelligenza artificiale. Lo stiamo vedendo cono gli investimenti di Microsoft, Google e Opera sulla scia della popolarità del software ChatGPT, nonché chatbot più noto a tutti quanti noi e alle compagnie tech in genetale.
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