Bard sarà la nuova sfida per ChatGPT: questa nuova intelligenza artificiale potrebbe metterla in difficoltà più di quanto potremmo pensare. Come ci riuscirà?
Sembra essere un periodo piuttosto turbolento per i chatbot, che pare stiano venendo creati tutti di colpo per poter sostenere una lotta senza fine. Il primo ad aver fatto il suo debutto è stato ChatGPT, seguito a ruota da altri algoritmi intelligenti che si sono dimostrati essere più o meno dello stesso livello. Nessuno, però, lo ha mai superato o è stato lontanamente in grado di tenergli testa a dovere.
Parliamo comunque sia di una IA talmente intelligente da essere in grado di rispondere efficacemente a qualunque tipo di richiesta, e senza battere ciglio oltretutto. A meno che non sia una domanda illecita o che non può essere eseguita, magari per via dell’utilizzo di alcuni termini inappropriati, il chatbot può rispondere tranquillamente agli utenti soddisfando ogni tipo di esigenza possibile.
Ma adesso anche Google ha intenzione di farsi valere sul suo campo, non a caso ha annunciato una nuova creazione promettente e che potrebbe mettere in difficoltà persino ChatGPT. Si chiama Bard, ed è un software basato su AI che pare essere molto simile al chatbot per il quale Microsoft ha deciso di consegnare un assegno da 10 miliardi di dollari. Cosa sappiamo in merito, e che cosa ha in più rispetto agli altri algoritmi?
Sundar Pichai, il CEO di Google, spiega quella che sarà la grande utilità di Bard: “Combina la vastità della conoscenza mondiale con l’intelligenza, la potenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici. Utilizza le informazioni presenti sul Web per fornire risposte aggiornate e di alta qualità. Può essere uno strumento per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità: per esempio, aiutando a spiegare a un bambino o una bambina di 9 anni le nuove scoperte fatte grazie al telescopio spaziale James Webb della NASA, o per saperne di più sui migliori attaccanti di calcio in questo momento, o per ottenere consigli su come migliorare le proprie competenze“.
E per concludere ci fa sapere qualche informazione in più su come è stato progettato il chatbot in questione: “È un momento davvero entusiasmante per lavorare su queste tecnologie, grazie alle quali possiamo tradurre importanti ricerche e scoperte scientifiche in prodotti che aiutano veramente le persone. Abbiamo lavorato a un servizio sperimentale di IA conversazionale, alimentato da LaMDA, che abbiamo chiamato Bard. E oggi facciamo un ulteriore passo avanti aprendo l’accesso a un gruppo di tester di fiducia, prima di renderlo più ampiamente disponibile al pubblico nelle prossime settimane“.
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