Una opzione alternativa alle classiche batterie casalinghe esiste, e non è per niente scontata: vediamo insieme di che tratta questo argomento incredibile.
La produzione di dispositivi elettronici viene influenzata da diversi fattori contrastanti tra loro, gli stessi che assumono un aspetto differente dal solito in base a come vengono sviluppati i componenti di cui sono fatti. Processori, schede video, di memoria e così via subiscono in continuazione delle migliorie per rendere i device sempre più pronti alle esigenze dei clienti che li chiedono maggiormente prestanti rispetto al passato.
Abbiamo mai pensato, però, di poter fare a meno delle batterie integrate nei device per utilizzare in alternativa una soluzione di ricarica rapida diversa? Noi no probabilmente, ma Exegen – una azienda svedese dedita proprio a questo settore – ci ha riflettuto a lungo e ha trovato risposta alle sue domande, attribuendone una sotto forma di idea magnifica e che non ci aspettavamo di vedere.
Infatti ha prodotto Powerfoyle, cioè una pellicola fotovoltaica ottimizzata per raccogliere luce in contesti indoor, probabilmente una delle migliori iniziative che si siano mai viste sino a questo momento. Parliamo, senza ombra di dubbio, di una progettazione che unisce immaginazione e necessità, riuscendo a trovare un perfetto equilibrio tra questi due elementi. Ma come funziona?
La pellicola Powerfoyle, nei dispositivi su cui viene installata, consente di raccogliere dalla luce ambientale abbastanza energia per garantire il funzionamento del prodotto. È sufficiente lasciarle vicine a una fonte di luce naturale o artificiale quando non è in uso per avere sempre la batteria carica. Trattandosi di un modo diverso dal solito per ricaricare in fretta un dispositivo elettronico, è interessante il processo con il quale avviene.
Ma non si ferma qui l’idea, perché l’unione della pellicola fotosensibile Powerfoyle assieme ad un supercondensatore ibrido, leggete bene, ha permesso alla società coreana Ohsung Electronics di sviluppare dei telecomandi universali privi di batterie. La bassa soglia di attivazione della pellicola fotovoltaica e le caratteristiche del supercondensatore, dunque, permettono di eliminare anche la batteria ricaricabile.
Come se non bastasse la stessa energia richiesta da un telecomando a infrarossi è molto bassa, e l’accoppiata tra celle solari e supercondensatori è sufficiente per assicurare un corretto funzionamento a vita senza l’uso di batterie fastidiose o che necessiterebbero di una ricarica manuale costante. Che sia questa la soluzione dell’anno che tanto aspettavamo? Nulla esclude che possa esserlo.
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