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Computer quantistici per l’hackeraggio? Il nuovo traguardo cinese è impressionante

La Cina ha stupito tutti quanti noi con una nuova proposta tech che ha semplicemente dell’assurdo: ecco un nuovo modo di usare il PC quantistico.

Ci sono diversi eventi dediti alla scoperta di nuovi prodotti tecnologici che potrebbero rivoluzionare il mercato, come il CES ad esempio, ma a volte è sufficiente attendere per poter ricevere delle belle notizie in merito a questo genere di occasioni. La più interessante proviene dalla Cina e parla di un uso particolare dei computer quantistici, probabilmente un modus operandi mai preso in considerazione sino a questo momento.

Le varie progettazioni in merito sono stupefacenti – Computermagazine.it

Degli esperti, parlando dell’argomento in sé per sé, hanno affermato di aver trovato un modo per rompere il cifrario RSA a 2048 bit utilizzando un computer quantistico. Tuttavia, non possiamo nascondere il fatto che esistano alcuni elementi che potrebbero farci pensare che questa sia soltanto una idea, e che non ci sia ancora un metodo effettivo su come ci riuscirebbero.

Compiere una azione impossibile con i PC quantistici: siamo vicini a farlo

Ma andiamo con ordine parlando dell’algoritmo di Shor, attualmente noto per velocizzare la fattorizzazione in numeri primi di interi molto grandi grazie alle caratteristiche intrinseche dei computer quantistici. Quanto detto vale a dire che i cifrari a chiave pubblica, i quali utilizzano esattamente la difficoltà di trovare i fattori primi da parte di computer classici, saranno in futuro rotti da tali dispositivi.

Un PC quantistico da far perdere la testa – Computermagazine.it

È qui che arriva il bello, perché pare che i PC quantistici avrebbero tutte le carte in regola per rompere gli attuali cifrari a chiave pubblica. Però si tratta di un traguardo fin troppo lontani per via del fatto che i dispositivi attuali abbiano bisogno di effettuare – ancora – un tasso eccessivo di errori nei calcoli, e non hanno un numero sufficiente di qubit per attaccare i cifrari in uso. Diciamo che sia abbastanza normale, non a caso non sono progettati per essere potenti fino a tal punto.

Comunque sia, la strategia dei ricercatori resterebbe quella di sfruttare una tecnica di fattorizzazione tramite la riduzione dei reticoli ordinati combinata con un algoritmo quantistico di ottimizzazione approssimata, anche chiamato come QAOA o Quantum Approximate Optimization Algorithm. Questo lavoro richiederebbe computer quantistico con “appena” 372 qubit, ma siamo fin troppo lontani dal riuscire ad arrivare a fare questo. Ci sarebbero i problemi esposti in precedenza da affrontare, e non sono per nulla pochi.

Sebastiano Spinelli

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