Il ritorno inaspettato di un satellite nel nostro pianeta potrebbe metterci in pericolo? Vediamo che cosa ci dicono le statistiche a tal proposito.
La caduta di un dispositivo lanciato in precedenza nello spazio è un evento che può rivelarsi essere tranquillo, come anche anomalo sotto certi versi. Dipende da alcuni fattori importanti che gli scienziati tengono a mente; la grandezza del satellite è un esempio. Nella maggior parte dei casi non sono troppo pericolosi, ma è pure vero che conoscerli a fondo è necessario per prevenire dei disastri.
Proprio come il satellite Erbs, per esempio, lanciato nel 1984 con lo shuttle Challenger e progettato per funzionare due anni. Tuttavia, la sua vita operativa è stata molto più lunga; per 21 anni, infatti, i suoi strumenti hanno raccolto dati su atmosfera e clima, misurando i livelli di ozono, vapore acqueo e aerosol. Ma ha smesso di funzionare in via definitiva nel 2005, diventando uno dei tanti detriti spaziali che stanziano nell’orbita terrestre oramai da decenni.
Un altro racconto interessante sono anche gli altri oggetti in caduta, i quali tendono ad accumularsi sempre di più con il passare del tempo. Uno dei tanti è sicuramente il razzo cinese Lunga Marcia 5B da 25 tonnellate, utilizzato per portare in orbita i nuovi moduli della stazione spaziale cinese in costruzione. La sua caduta, per fortuna, è stata controllata a dovere: i detriti sono finiti nell’Oceano Pacifico, mentre altri su un villaggio della Costa d’Avorio.
Srà il turno del satellite Erbs questa volta, che dopo una miriade di tempo di operatività potrebbe cadere definitivamente sulla Terra. Ma non preoccupatevi, perché gli scienziati hanno già riferito che verrà quasi del tutto distrutto nell’impatto con l’atmosfera, lasciando soltanto alcuni frammenti in giro sul nostro pianeta. Niente paura per quanto riguarda eventuali distruzioni: pare che sia tutto tranquillo.
Il rischio che qualcuno possa essere colpito è bassissimo, non per niente è calcolato in 1 su 9.400 di probabilità. Inoltre i calcoli più recenti, eseguiti dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ci riferiscono che il suo ingresso nell’atmosfera è atteso alle 00:40 italiane del 9 gennaio, con un margine di 17 ore più o meno. Non è un evento di cui avere timore, ma neanche uno da sottovalutare: si tratta pur sempre della caduta di un satellite in fin dei conti.
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