Lo studio dei buchi neri è una delle ricerche più complicate che siano mai state portate avanti nel ventunesimo secolo. Un’altra analisi avvenuta in questo periodo, però, potrebbe svelarci una verità più che assoluta e che tanti starebbero aspettando da molto tempo: approfondiamola.
I wormhole temporali possono essere creati?
La scienza raggiunge nuove vette: un computer quantistico è stato in grado di studiare il ovvero di un wormhole temporale, cioè un tunnel che si viene a creare nello spazio-tempo. Per farlo hanno simulato l’esistenza di due buchi neri, per poi inviare un messaggio tra loro tramite un corridoio spaziale.
È in assoluto il primo esperimento di questo genere pensato per analizzare la possibilità della gravità quantistica, ossia di una teoria che unifichi la gravità e la fisica quantistica. Di norma sarebbero una coppia di descrizioni fondamentali e ben studiate della natura, che sembrano completamente incompatibili tra loro.
Non c’è mai stato modo di scoprirli, ma gli scienziati, nel corso dei decenni, hanno teorizzato la loro esistenza in diverse occasioni. Ad esempio nel 1935 sono stati descritti da Albert Einstein e Nathan Rosen come dei tunnel attraverso lo spazio-tempo, e per questo vengono definiti ‘ponti di Einstein-Rosen’, mentre il termine “wormhole temporale” è stato coniato dal fisico John Wheeler negli anni ’50.
Una conferma ufficiale della loro esistenza potrebbe esserci
La vera svolta, tuttavia, è avvenuta soltanto nel 2013, quando Juan Maldacena e Leonard Susskind hanno affermano che possa esistere una connessione tramite l‘entanglement, nonché un fenomeno secondo il quale due particelle possono rimanere collegate a grandi distanze. Quattro anni dopo, invece, il concetto è stato esteso, ma non da loro.
Jafferis, Ping Gao e Aron Wall, hanno provato che la descrizione gravitazionale di un wormhole attraversabile è equivalente al teletrasporto quantistico. Questo è reale: il fenomeno è stato già dimostrato con il trasporto di informazioni su lunghe distanze tramite fibra ottica e via etere.
Da qui ci ricolleghiamo all’ultimo esperimento eseguito di recente, dove quest’ultima teoria ha trovato le sue fondamenta chiave. Sia questa che la precedente potrebbero trovare il loro giusto spazio nel mondo della fisica, nonostante la scienza non abbia passato giornate rosee a spiegare quello che sembra essere un concetto irrealizzabile.
? Fonte: www.ansa.it