La dura campagna contro la pirateria online sta continuando senza sosta, e i risultati si stanno vedendo. Le forze dell’ordine, difatti sono state in grado di svolgere un lavoro mai visto prima, forse il più utilitario svolto quest’anno. Ora è toccato a Z-Library: cosa gli è successo?
Autorità contro la pirateria online: una vittoria assoluta
L’FBI, a seguito di una lunga ricerca effettuata nel corso di queste settimane, ha chiuso uno dei siti illegali di e-book più grande al mondo e arrestato due cittadini russi che lo gestivano da oltre 10 anni.
A comunicarlo è stata la corte federale di Brooklyn del Dipartimento di Giustizia, che ha riferito che Anton Napolsky e Valeriia Ermakova sono accusati di violazione di copyright, frode telematica e riciclaggio di denaro.
Si tratto del sito di Z-Library, lo stesso è stato messo offline e sequestrato nel giro di pochissimo tempo; è un duro colpo per coloro che ne facevano uso, e che ora dovranno farne a meno per ovvie ragioni.
Ne parla pure Michael J. Driscoll, il Vice-Direttore in carica della FBI, che ci dice in merito a questo argomento che: “Si presume che gli imputati abbiano gestito un sito web per oltre un decennio il cui scopo principale era fornire proprietà intellettuale rubata in violazione delle leggi sul copyright“.
Z-Library era ben più che conosciuta
Prima della sua disfatta Z-Library si considerava la più grande biblioteca del mondo poiché contava 11 milioni di libri in formato elettronico, inclusi articoli di riviste accademiche, che gli utenti potevano scaricare gratuitamente. L’operazione, data la portata dell’evento, ha portato alla chiusura anche altri 249 domini web ad essa correlati.
In base ai dati ufficiali la piattaforma era diventata molto popolare soprattutto tra gli studenti che trovavano libri di testo da scaricare illegalmente in formato digitale, e in modo del tutto gratis come se non fosse sufficiente.
Anche TikTok era diventato un mezzo pubblicitario importante, tant’è che sul social network l’hashtag #zlibrary conta 19 milioni di visualizzazioni. Non è una cifra da non considerare viste le proporzioni del sito.
Breon Peace, il procuratore degli Stati Uniti per l’Eastern District di New York, spiega al riguardo che: “Gli imputati hanno approfittato illegalmente del lavoro che hanno rubato, spesso caricando opere entro poche ore dalla pubblicazione, e nel processo hanno vittimizzato autori, editori e librai“.
? Fonte: www.hdblog.it