I grandi database che “allenano” le intelligenze artificiali a migliorare le loro capacità di scansione e rielaborazione di immagini e dei loro testi descrittivi, violano il diritto d’autore? E, tra queste immagini, sono finite anche le nostre foto personali? Il collettivo artistico Spawning ha creato “Have I been trained” per scoprirlo.
Conoscete Dall-E e Google Imagen? Oppure Stable Diffusion, o ancora Midjourney? Sono softwares che generano immagini a partire dalla loro descrizione testuale. In altre parole: noi scriviamo, ad esempio, “una pizza ai quattro formaggi che orbita attorno alla Luna inseguita da un’astronauta con il cappello da cowboy”, e questi programmi trasformano le nostre parole in una vignetta grafica.
Per poterlo fare con sempre maggior accuratezza, questi software, basati sull’intelligenza artificiale, devono essere addestrati. E per essere addestrati, “pescano” tutti gli elementi grafici di cui hanno bisogno per comporre la vignetta da enormi database, sempre più ricchi di elementi singoli come la pizza, il cappello da cowboy, la luna e l’astronauta.
Ma da dove giungono tutti questi singoli elementi per l’addestramento dei programmi? Sono stati progettati uno ad uno oppure i creatori dei database hanno raccolto sul web il maggior numero possibile di essi, magari nel più breve tempo possibile, senza chiedere il permesso ai loro legittimi proprietari? E forse anche quando protetti da diritto d’autore?
La proposta del servizio Have I been trained del collettivo di artisti Spawning
La risposta é: sì. Il che ha creato sin da subito numerose polemiche. Il modello LAION-5B, ad esempio, utilizzato anche dai generatori di Stable Diffusion e Google Imagen, ha tra le proprie fonti anche parti di archivi di foto ed immagini protette di Getty Images, Flickr e Pinterest.
Per questo motivo, il collettivo di artisti Spawning ha creato un servizio che consente di individuare se la propria immagine o foto è stata utilizzata per il training senza aver concesso il permesso esplicito. E, se individuata, decidere quindi se concederlo oppure no.
“Riteniamo che ogni artista debba avere gli strumenti per prendere le proprie decisioni su come vengono utilizzati i propri dati”, ha dichiarato il collettivo, da sempre impegnato nella tutela del diritto d’autore. Per visitare e testare il loro servizio, ecco il link di Have I been trained.
FONTE: www.wired.it