L’intento é di abbandonare la tecnologia GPS ed adottare una tecnologia di navigazione sviluppata “in casa”. Ma i colossi del settore, come Apple, Samsung e Xiaomi, sconsigliano all’India di affrettarsi nell’operazione, perché la produzione di hardware compatibili richiede tempo. Scopriamo i dettagli.
L’India spinge sull’acceleratore. E comprensibilmente, perché il sistema nazionale NavIC, ovvero la tecnologia di tracciamento geolocalizzato “Made in India”, venne approvata non meno di sedici anni fa, nell’ormai lontano 2006.
La sua versione completa, poi, poté essere impiegata dodici anni dopo, nel 2018, a seguito dell’invio nello spazio di otto satelliti per il monitoraggio dell’intero territorio indiano, oltre ad alcune aree limitrofe del continente asiatico.
Ed ora il Governo é deciso a adottarlo a pieno regime, distaccandosi – e riducendo la dipendenza – da sistemi come il GPS, sviluppato negli Stati Uniti d’America, così da poter gestire, manutentare ed implementare le tecnologie di navigazione in proprio con, a quanto dichiarato dal Governo, risultati migliori ancora più accurati almeno entro i propri confini.
Le perplessità dei colossi del settore: secondo Apple, Samsung e Xiaomi, manca il tempo necessario per costruire l’hardware compatibile
Dunque l’India, dopo sedici anni di sforzi, di sviluppi e di risultati ottenuti a fatica, prova ad accelerare. Ma si trova a dover fare i conti con spinte di forza e verso contrari provenienti proprio da parte dei colossi del settore.
Durante gli ultimi incontri tra i rappresentanti del Governo e le compagnie, infatti, gli interlocutori dei gruppi Apple, Samsung e Xiaomi hanno concordato sul fatto che la transizione da GPS a NavIC sia senz’altro possibile, ma non in tempi brevi, men che meno entro il prossimo anno, il 2023, come desiderato dal Governo.
La proposta delle compagnie è risultata unanime: ovvero che la soluzione migliore possa essere un passaggio intermedio alla stessa frequenza del GPS, la L1, ed attendere poi che le componentistiche degli smartphone dei big brands possano adeguarsi a partire da non prima del 2025.
FONTE: www.adnkronos.com