Il nuovo minerale, battezzato Changesite-(Y), è stato scoperto studiando i campioni di regolite lunare che la missione robotica spaziale Chang’E-5 ha prelevato sul nostro satellite: la particella pura del nuovo cristallo misura solo pochi micron, ma potrebbe risultare un successo di proporzioni “gigantesche”. Scopriamo tutti i dettagli.
E’ durata solo un mese circa ma i risultati della missione robotica spaziale Chang’E-5 paiono destinati a vincere la prova del tempo: perché tra i 1.731 grammi di suolo lunare riportati sulla Terra, è stato trovato un nuovo minerale, fino ad ora sconosciuto, battezzato Changesite-(Y).
Il minerale, oltre ad essere stato annunciato dall’Amministrazione Spaziale Nazionale Cinese e dall’Autorità Cinese per l’Energia Atomica, è stato riconosciuto anche dall’Associazione Mineralogica Internazionale e si è mostrato agli scienziati nella forma di particella pura di cristallo trasperente e colonnare, dalle dimensioni di 10 x 7 x 4 micron.
Inoltre, insieme al nuovo minerale gli scienziati hanno analizzato i campioni del suolo lunare per comprendere quanto l’isotopo dell’elio-3 sia concentrato sul nostro satellite naturale e se ci siano margini di possibile estrazione per sfruttarlo nel processo di fusione nucleare.
Gli interessi della Cina riguardo all’elio-3 per la fusione nucleare
Ed è proprio sull’elio-3 che gli interessi della Cina paiono concentrarsi maggiormente: perché essendo molto raro sul pianeta Terra, ed essendo inoltre l’unico isotopo ad avere più protoni che neutroni – nel rapporto di 2 a 1 – secondo gli scienziati potrebbe avere applicazioni assai promettenti in tema di fusione nucleare.
Una fusione nucleare di deuterio ed elio-3, infatti, potrebbe generare la potenza di 164,3 MWh di energia, per ogni grammo di elio-3, ed essendo un isotopo non radioattivo, non ci sarebbe necessità di gestire scorie nucleari.
Dunque la Luna, sulla cui superficie potrebbero essere presenti fino a 1,1 milioni di tonnellate di elio-3, risulterebbe una vera e propria miniera d’oro, dal valore stratosferico di circa 1,54 milioni di miliardi di dollari. Ecco perché sempre più Stati considerano l’estrazione di risorse lunari un’opportunità prioritaria.
FONTE: www.dday.it