L’opera si chiama “Théâtre D’opéra Spatial” e si é aggiudicata il primo premio in un concorso d’arte statunitense, il “Colorado State Fair” dello stato del Colorado. Ed essendo stata generata da un’intelligenza artificiale, a molti artisti partecipanti la decisione della giuria proprio non é andata giù. Ecco cos’è successo.
“Sapevo che avrei generato delle controversie con la mia opera”, ha dichiarato Jason Allen, che al concorso artistico “Colorado State Fair” tenutosi nello Stato del Colorado negli USA ha inviato un’opera generata da un’intelligenza artificiale. Alla quale, poi, la giuria ha deciso di riservare il primo premio.
E non si è trattato di alcun sotterfugio: Allen, infatti, aveva reso noto che la composizione pittorica, intitolata “Théâtre D’opéra Spatial”, fosse stata realizzata attraverso “Midjourney”, un software di intelligenza artificiale in grado di trasformare descrizioni testuali in immagini, attualmente allo stato beta di sviluppo.
Il che, come appunto nelle previsioni di Allen, ha innescato indignazione diffusa e numerose critiche, giunte in particolare da parte di altri partecipanti del concorso che si sono visti “strappare” il podio non da un collega artista e pittore, bensì da un programma di calcolo.
La composizione dell’opera e le spiegazioni di Jason Allen
L’opera al centro dello scandalo è ambientata all’interno di un vasto e lussuoso salone, all’apparenza settecentesco, e ritrae tre dame in primo piano, poste di spalle, ed un’enorme rosone circolare aperto verso l’esterno in secondo piano, dal quale fa il suo ingresso all’interno del salone una luce calda, brillante e radiante.
Allen, intervistato dal portale Motherboard, ha dichiarato che l’apporto della creatività umana nel processo di ideazione, composizione e realizzazione dell’opera è stato fondamentale: sia per aver dovuto descrivere all’AI con minuzia di dettagli e particolari tutti gli elementi che compongono l’opera nel suo insieme, sia per aver scelto le parti delle numerose immagini generate dal programma che ha ritenuto più significative e di effetto per il risultato che intendeva raggiungere.
Ma molti artisti e partecipanti hanno ritenuto totalmente inaccettabile tanto la scelta di Allen quanto (e forse ancora di più) l’attribuzione del primo premio da parte della giuria: “Stiamo assistendo, davanti ai nostri occhi, alla morte dell’arte”, è stato uno dei commenti meno “piccanti” in assoluto. Il quale si pone sulla stessa scia di pensiero del fumettista Matt Borrs che, solo pochi mesi fa, riguardo alla pervasività attualmente in espansione di questa tecnologia anche nel mondo dei fumetti, aveva dichiarato: “Sembra aprire le porte a un mondo che pensa di poter fare a meno degli illustratori”.
FONTE: www.dday.it