L’e-mining è un business che molti non conoscono, ma che in tanti stanno pensando di fare per via della fonte redditizia: la tecnologia.
L’e-mining consiste nel recupero dei metalli preziosi da smartphone, laptop, console e tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia, ma non sono esclusi nemmeno i riempimenti dentali in oro. Meno rifiuti da un lato in sostanza, nonché un beneficio potenzialmente non indifferente per l’ambiente con la riduzione dell’attività di estrazione dall’altro, soprattutto in un periodo difficile come il nostro.
Attualmente l’oro e gli altri metalli preziosi sono fondamentali nelle applicazioni elettroniche per le loro qualità, come l’ottima conduzione elettrica e la buona resistenza alla corrosione. Ma nel momento in cui un oggetto elettronico giunge alla fine del suo ciclo vitale, ancora oggi finisce troppo spesso per trasformarsi in un rifiuto elettronico. Non tutto è perduto però: approfondiamo ulteriormente il discorso.
La crescita del settore dell’e-mining
Nel corso degli anni le aziende più grandi si sono interessati alla quota maggiore di metalli preziosi e che dunque, con una sola mossa, possono spostare gli equilibri. Un esempio è Pandora, che ha comunicato da un paio d’anni che dal 2025 conta di realizzare tutti i suoi gioielli con preziosi riciclati, parte dei quali sottratti alle mega discariche in cui finiscono i dispositivi elettronici.
Da questo appunto comprendiamo che ci siano stati alcuni sviluppi non indifferenti, soprattutto da quel punto di vista. Ma la strada è ancora molto lunga, purtroppo: vi basti sapete che per produrre una fede nuziale non basta l’oro recuperato da 17 smartphone. All’interno di ciascuno non ce n’è tantissimo, è ovvio, ma quel poco, con le tecnologie attuali, è complicato da recuperare interamente.
Tuttavia, le compagnie più piccole che hanno investito nel recupero dei preziosi dall’elettronica e fanno del loro meglio per rispondere a un’esigenza di mercato esistono, e possiamo citarne una: NoWa. Parliamo di una azienda olandese fondata nel 2019 il cui nome deriva da No Waste. Sono serviti due anni e una raccolta fondi su Kickstarter per convincere una fabbrica a dare fiducia nel progetto.
Adesso, il gruppo, realizza gioielli dall’elettronica, come il bracciale Infinity da 49,95 euro in argento con finitura in oro a 14 carati. Il mercato principale è quello olandese, lo stesso in cui vengono realizzati i preziosi, ma la società conta di approcciarsi sui mercati internazionali nel 2023 e negli anni a venire. Si pensa che la stessa azione verrà compiuta pure da altre aziende, ma è ancora tutto da vedere questo.
? Fonte: www.hdblog.it