In Francia l’intelligenza artificiale aiuta il Fisco ad individuare le piscine abusive, consentendo allo Stato di far rientrare milioni di Euro nelle proprie casse. Il software utilizzato è stato sviluppato dal colosso di Mountain View in collaborazione con la società parigina Capgemini. Scopriamo di cosa si tratta.
Tempi duri per le piscine private francesi non dichiarate al Fisco: Google infatti, in collaborazione con la società di consulenza informatica Capgemini, attiva in tutto il mondo con oltre 340.000 dipendenti e con sede nella capitale francese di Parigi, ha sviluppato un software per identificarle.
A quanto risulta, negli ultimi due anni di confinamenti forzati in casa a causa della pandemia del Covid, molti privati francesi con disponibilità economiche sufficienti per potersi permettere una piscina hanno pensato di affrontare i numerosi lockdown facendone costruire all’interno delle loro proprietà. E, spesso, non dichiarandole.
A queste nuove piscine non dichiarate, si aggiungono anche quelle realizzate in passato che, secondo il Governo, qualora portate all’attenzione del Fisco, avrebbero portato alle casse dello Stato capitali considerevoli, essendo una piscina di 30 mq, per fare un esempio di carico fiscale, soggetta ad una tassazione annuale di 200,00 Euro. Ed ecco dunque la necessità del software di Google basato sull’intelligenza artificiale.
L’utilizzo del software ed i risultati fino ad ora raggiunti
Il software basato sull’intelligenza artificiale e sviluppato da Google in collaborazione con Capgemini incrocia i dati fornite dal catasto, dagli archivi delle immagini aeree e dal software stesso. In questo modo, ad oggi le piscine non dichiarate risultano 20.356, in un’area territoriale della Francia peraltro piuttosto ridotta, con una riscossione da parte dello Stato di circa 10 milioni di Euro.
Considerato il successo dell’operazione, il Governo intende aumentare l’area di indagine, sia dal punto di vista territoriale sia in termini di tipologia di abuso edilizio, non limitandosi esclusivamente alle piscine.
“Stiamo cercando in particolare estensioni delle abitazioni come le verande – ha dichiarato a Le Parisien Antoine Magnant, vicedirettore generale delle finanze pubbliche francesi – ma dobbiamo essere certi che il software sia in grado di identificare le costruzioni di grande ingombro e non la cuccia del cane o la casetta da gioco dei bambini”: è risultato infatti un margire di errore del software pari al 30% con, ad esempio, pannelli solari ritenuti piscine. E’ in corso dunque la sua ottimizzazione da parte di Google, per giungere all’obiettivo di riscossione pari a 40 milioni di Euro per il 2023.
FONTE: www.hdblog.it