EMSA ha avviato un nuovo progetto per incrementare i controlli da effettuare in mare aperto. Non sono pochi i Paesi coinvolti, ma ciò che ci chiediamo è scontato: a che scopo lo sta facendo?
È da sei anni che l’EMSA sta reclutando società di droni e di servizi satellitari per metterli alla prova nella sorveglianza dei mari europei in Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Finlandia, Bulgaria, Estonia, Romania, Lituania, Regno Unito e Italia. In totale ha raccolto ben 60 milioni di euro tra il 2017 e il 2021 per assicurarsi tecnologia e mezzi con cui scandagliare i confini marittimi dell’Europa.
L’idea non è passata inosservata a Frontex, l’agenzia che sorveglia le frontiere dell’Unione europea, la quale a sua volta ha ingaggiato l’EMSA e i suoi fornitori di droni per incrementare la “sorveglianza dei confini e compiti di forze dell’ordine”, come si legge in una lettera del 2018. Ma di che cosa parla il documento in questione? Andiamolo a scoprire continuando il discorso.
La lettera è un comunicato che fa parte delle 320 pagine sulle missioni sperimentali di sorveglianza con i droni; al riguatdo è emersa una una strategia di controllo avanzata e rivolta inizialmente all’ambiente, ma estesa in seguito anche alla sicurezza e alimentata da contratti milionari. Il frutto è un’ampia raccolta di dati consegnati a Frontex e alle autorità locali, però c’è qualcosa che ancora non era chiaro.
Infatti non si conosceva proprio nulla al dettaglio per quanto riguarda l’attività dell’EMSA in tutto questo, come i piani di volo o i risultati delle operazioni per esempio. Però sembra che sia venuta a galla qualche informazione a seguito di svariate richieste via e-mail, seppur la compagnia abbia adottato diverse giustificazioni per non consegnare alcune carte e, tra quelle fornite, con molti documenti oscurati in parti considerate sensibili da Emsa, per esempio quelle relative ai modelli di droni impiegati.
Nel corso del tempo sono venuti fuori sempre più dettagli interessanti, e che pare non mostrino cattive intenzioni. Il ruolo dell’EMSA nella sorveglianza dei mari europei non riguarderebbe soltanto il blocco da parte dei clandestini, ma anche di prevenire la pesca di frodo e bloccare l’inquinamento, intervenendo tempestivamente su incidenti o abusi. È probabile che ci siano di mezzo anche altre ragioni di sicurezza; al momento sono tutte quante sconosciute.
? Fonte: www.wired.it
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