Da protesi cineplastiche ad elementi bionici che raggiungono prestazioni anche migliori di quelle possibili attraverso le normo-abilità umane: in poco più di un secolo, la tecnologia applicata alle disabilità ha fatto passi da gigante e la sofisticazione continua a raggiungere traguardi sempre più “oltre i limiti”.
Risalgono a ben 5.000 anni fa circa le prime evidenze di protesi ideate e realizzate per compensare alla mancanza di parti del corpo, nell’area dell’antico Egitto e dell’attuale Iran, con la prima menzione di una protesi oculare realizzata dalla divinità egizia Thoth in favore della divinità Horus.
E duecento anni dopo, nel 2.800 a.C., nella “Città Bruciata” di Shahr-i-Sokhta, nella parte sud-orientale dell’Iran, venne ritrovato proprio il primo reperto di protesi oculare, mentre il primo dispositivo protesico utilizzato di cui abbiamo evidenza venne rivenuto nell’anno 2000 e risale al periodo compreso tra il 950 a.C. ed il 710 a.C., quando venne realizzato un alluce artificiale di legno e di pelle, di cui i ricercatori hanno confermato l’effettivo utilizzo.
Da allora, la tecnologia protesica ha continuato ad evolvere secolo dopo secolo, consentendo di raggiungengere forme di compensazione di mutilazioni di parti del corpo umano ed animale sempre più sofisticate e performanti, raggiungendo livelli di bionicità artificiale in grado addirittura di aumentare le abilità fisiche.
Occhi, orecchie, denti, arti: sono tra le parti del corpo umano maggiormente coinvolte nella sostituzione con dispositivi protesici all’occorrere di menomazioni e mutilazioni. Il ventesimo secolo, in particolare, è stato caratterizzato da numerosi avanzamenti tecnologici che hanno segnato veri e propri momenti di avanguardia e di innovazione, consentendo di raggiungere livelli di sofisticazione sempre più avanzati.
Come – per citare solo alcuni esempi – nel 1905, quando il dottore toscano Giuliano Vanghetti avviò la ricerca sulle protesi cineplastiche azionate da tiranti che venivano fissati nei muscoli dei disabili e, poco più di mezzo secolo dopo, nel 1959, la prima mano comandata da segnali elettromiografici e da amplificatori a transistor.
Ancora, negli anni ’70, l’invenzione dei primi impianti cocleari con stimolazione elettronica del nervo acustico in grado di restituire l’udito, per giungere poi nel 2013 ai primi impianti di retina artificiale, evoluti poi 2 anni fa, nel 2020, grazie all’impiego di nanoparticelle fotovoltaiche, che hanno portato al primo modello di protesi liquida di retina.
Stai facendo il tuo lavoro quotidiano con il Macbook e lo percepisci lento? oppure stai…
Nascoste nei cassetti di molti, ci sono delle reliquie del passato che potrebbero oggi valere…
Contiene link di affiliazione. Chi passa molto tempo al computer, per lavoro o svago, sa…
Quando ci si mette alla ricerca di un computer portatile utile per lavorare, si è…
Contiene link di affiliazione. Se si vuole costruire da zero il proprio PC fisso o…
Contiene link di affiliazione. Per motivi di studio o lavoro siete alla ricerca di un…