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“Hey Alexa, siamo nello Spazio”, l’assistente vocale di Amazon sarà a bordo della navicella che riporterà l’uomo sulla Luna

Alexa sta per sbarcare nello spazio aperto. È quanto omesso di recente in vista del lancio del prossimo razzo; cosa sappiamo al riguardo?

Alexa farà un viaggio lungo e faticoso fino alla Luna, che per quanto possa risultare essere diverso dagli altri e rivoluzionario, non sarà affatto facile da portare a termine – Computermagazine.it

La navicella Orion non avrà solo l’obiettivo di portare la donna e l’uomo sulla Luna, ma anche di accompagnare con sé Alexa, la quale potrà ricevere i comandi vocali degli astronauti. Il 29 agosto, quindi, avverrà l’inizio della missione Artemis I che partirà in direzione del satellite della Terra per il volo dimostrativo del razzo SLS. La missione durerà circa 26 giorni, e la Orion resterà in orbita intorno alla Luna per circa due settimane.

Non avrà un equipaggio, a parte i due astronauti Helga e Zohar modellati sul corpo femminile. Sono stati sviluppati dalla compagnia spaziale tedesca insieme a quella israeliana, e misureranno la radiazione assorbita dal corpo umano nello spazio. Come abbiamo detto non saranno soli: a fare loro compagnia ci sarà già la versione configurata di Alexa, che chiaramente non potranno utilizzare.

C’è da dire che nello spazio, Alexa, non può contare sulla stessa agilità che avrebbe sulla Terra per la connessione ai server in cloud, dunque la sua versione spaziale fa affidamento sulle stesse routine che sono necessarie per le risposte dell’assistente quando manca il segnale di rete. Se non facessero in questo modo, ovviamente non potrebbero funzionare come desidererebbe.

In ogni caso, l’assistente vocale potrà avere accesso a circa 120.000 letture dei dati della navicella, dunque più di quante ne abbiano mai avute gli astronauti visto e considerato che saranno raggiungibili anche informazioni che finora potevano essere consultate solo dal controllo missione di Houston.

In aggiunta, continuando con i paragoni, l’Alexa dello spazio ha dovuto tenere conto pure della difficile acustica della Orion, imparando a riconoscere i comandi in un ambiente con molte riflessioni sonore. Uno sviluppo che avrà delle ricadute anche sull’assistente vocale sul nostro pianeta, come la capacità di distinguere meglio la voce in un mezzo di trasporto totalmente chiuso.

E contrariamente a quanto avviene sulla Terra, il sistema di backup per la ricezione dei comandi non è locale, però si servirà del Deep Space Network della NASA, che sarebbe il sistema radio che l’agenzia spaziale usa per la comunicazione tra il controllo missione e le navicelle.

? Fonte: www.dday.it

Sebastiano Spinelli

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