Dopo mezzo secolo esatto dall’ultimo sbarco, la NASA Sabato scorso 20 Agosto ha confermato ufficialmente l’imminente lancio della missione Artemis III, prevista per l’anno 2025, tramite la quale intende avviare un progetto di soggiorni strutturati e a lungo termine sul nostro satellite naturale.
Cinquant’anni fa esatti l’umanità ha compiuto l’ultimo allunaggio. Ed ora la NASA annuncia attraverso un briefing tenutosi lo scorso Sabato 20 Agosto di essere pronta ad inviare un nuovo equipaggio sul nostro satellite naturale, confermando l’imminente missione Artemis III per l’anno 2025.
Nelle intenzioni e previsioni dell’Agenzia aerospaziale, Artemis III sarà diversa da “qualsiasi missione precedente, poiché gli astronauti si avventureranno in aree oscure precedentemente inesplorate dagli umani”. Viene da dire, attraverso una delle liriche più celebri di Roger Waters e dei Pink Floyd, “I’ll see you on the dark side of the Moon”. Letteralmente.
E l’obiettivo principale della missione, ha continuato l’Agenzia, è proprio quello di gettare le basi “per futuri soggiorni a lungo termine”, attraverso specifici piani strutturati nelle modalità e nelle tempistiche di attuazione, dopo aver scelto accuratamente le aree di atterraggio e di esplorazione, per un totale di tredici.
Le aree selezionate, l’equipaggio ed i piani di esplorazione
“Selezionare queste regioni – ha dichiarata la NASA attraverso il proprio portavoce Mark Kirasich, vice amministratore associato per la Divisione di sviluppo della campagna Artemis – significa compiere un passo da gigante verso il ritorno degli esseri umani sulla Luna per la prima volta dall’Apollo”.
Le aree si trovano tutte entro sei gradi di latitudine dal Polo Sud lunare e sono state selezionate in base alle caratteristiche geologiche più adatte tanto per l’atterraggio quanto per le attività di esplorazione umana, nonché distanziati a sufficienza in modo da garantire atterraggi che possano contemplare finestre temporali diverse e valutare le migliori condizioni possibili al momento del lancio.
Ed il Polo Sud lunare, oltre a garantire la vicinanza ad una regione costantemente in ombra tale da permettere passeggiate lunari nelle condizioni di massima sicurezza possibili da raggiungere, consentirà inoltre di ricercare il ghiaccio d’acqua, la presenza del quale venne confermata proprio dalla NASA 2 anni fa, nel 2020.
FONTE: www.hdblog.it