Risale ad otto anni fa l’impatto dell’oggetto interstellare con le acque dell’Oceano Pacifico, al largo delle coste della Papua Nuova Guinea, scoperto dal professor Avi Loeb di Harvard e dallo studente Amir Siraj. ora la Scienza vuole fare chiarezza e scoprire di che cosa si tratta.
L’impatto avvenne nel 2014. Il meteorite precipitò nell’Oceano Pacifico, al largo delle coste della Papua Nuova Guinea, e venne scoperto da un professore ed uno studente di Harvard, il professor Avi Loeb ed il ricercatore Amir Siraj.
L’oggetto, un frammento di asteroide corroso durante l’attraversamento dell’atmosfera terrestre, venne battezzato CNEOS 2014-01-08 e Loeb e Siraj studiarono la sua velocità, la traiettoria seguita e le sue dimensioni, giungendo a definire una larghezza pari a circa cinquanta centimetri.
E dalle analisi svolte dai due studiosi, emerse con elevata probabilità l’ipotesi che il meteorite possa provenire da molto lontano, ovvero che non apparterrebbe al nostro Sistema Solare bensì allo spazio interstellare. Il che, nel caso venisse confermato, potrebbe condurre a scoperte scientifiche di enorme rilievo.
La missione di recupero del CNEOS 2014-01-08
Il professor Loeb ed il ricercatore Siraj, dunque, si apprestano ora al recupero di ciò che resta dell’oggetto, immergendosi nei fondali del luogo dell’impatto, con l’obiettivo di comprenderne a fondo la natura e di rispondere a tutti gli interrogativi emersi circa la sua effettiva provenienza.
E’ assai probabile che, a causa della corrosione subita durante l’attraversamento dell’atmosfera terrestre, a cui si aggiungono la potenza dell’impatto nelle acque del Pacifico e l’usura del tempo e della vita sottomarina a cui l’oggetto è stato sottoposto in quasi dieci anni di “vita terrestre”, non restino che piccoli frammenti del meteorite, delle dimensioni di sassolini.
Ma nel caso venisse dimostrata la sua provenienza oltre i confini del nostro Sistema Solare, le indicazioni che questi reperti potrebbero offrirci circa la composizione rocciosa dello spazio interstellare e riguardo alle origini della nostra Galassia potrebbero aggiungere tasselli di conoscenza estremamente importanti ed inediti sul nostro Universo.
FONTE: tecnologia.libero.it