Non vedevamo l’ora che giungesse una progettazione tutta italiana e che fosse pure in grado di stupirci. Oggi abbiamo intenzione di parlare di un nuovo robot, il quale si diversifica da tutti gli altri per quello che ha da proporre: guardiamolo.
Avete mai tenuto a mente una idea particolare, secondo la quale potrebbe essere un robot a preparare il nostro aperitivo o il cappuccino la mattina? Magari nel frattempo commenta i risultati della nostra squadra del cuore o l’ultima legge approvata dai nostri politici. Insomma, questo scenario da fantascienza sembra essere più vicino dopo la presentazione di Brillo, il robot bartender nato dalla collaborazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, cioè un team di ricercatori del laboratorio PRISCA e il produttore italiano di macchine per catene di assemblaggio alimentare Totaro Automazioni.
Il suo nome non è scritto a caso. Significa letteralmente “Bartending Robot for Interactive Long Lasting Operations“, ed è nato esattamente per svolgere il lavoro di bartender: sa preparare il caffè e tanti drink diversi, come anche fare conversazione e mettere il cliente a suo agio. È capace, da solo, di riconoscere una persona, ricordare la sua bevanda preferita e porgli domande ed osservazioni pertinenti in base ai dettagli condivisi durante i precedenti incontri. Ne parla anche Silvia Rossi, professoressa e capofila del progetto, la quale ci dice che: “La grande novità rappresentata da BRILLO è nell’utilizzo di un algoritmo di apprendimento automatico grazie al quale può capire di cosa mi piace parlare”.
Le caratteristiche aggiuntive di Brillo
Il bartender robot è in grado di rilevare tutti i segnali importanti in una conversazione, compresa la mimica facciale, una capacità che, secondo i curatori del progetto, rende molto più facile l’interazione tra essere umano e robot: “Grazie all’algoritmo non solo BRILLO apprende le preferenze e i gusti di ogni persona, ma capisce anche come interagire e mettere a proprio agio ogni cliente”.
Ma non crediate nemmeno per un istante che sia stato facile, anche perché la creazione dell’algoritmo è stata sicuramente la parte più difficile del progetto. Ha richiesto, infatti, due anni di addestramento e tantissime analisi di argomenti di conversazione. Un punto saliente è stato proprio l’approccio visto che Brillo, come spesso fanno gli esseri umani, inizia la conversazione con tematiche generaliste come quelle riguardanti il meteo per poi passare a temi comuni esattamente come lo sport o politica: “Bastano appena tre o quattro interazioni per iniziare a mettere a punto il profilo dell’utente e portare la conversazioni su temi più mirati”.
? Fonte: www.dday.it