Twitch, nonostante sia molto famosa, ha sia dei pro che dei contro. Da una parte vediamo la possibilità di divulgare una quantità illimitata di contenuti, mentre dall’altra anche la sfortunata eventualità che si possa essere soggetti a insulti o discriminazioni. Ma che cosa è successo di recente in tal caso, e quanto può essere faticosa da sopportare una vicenda del genere?
La storia ha come protagonista la streamer Twitch trans Clara “Keffals” Sorrenti, nota anche come commentatrice politica, che è stata arrestata dalla polizia canadese dopo un brutto caso di swatting. In caso non lo sapeste: il termine in questione è l’azione che si usa per raggirare i servizi di emergenza, anche simulando di essere un operatore di un altro servizio di emergenza, per inviare unità di emergenza in un luogo preciso basandosi sulla falsa segnalazione di un incidente critico in corso.
Sulla base dei racconti della streamer, la polizia l’ha terrorizzata e ha sequestrato il suo account Twitch perché è ancora sospettata e oggetto di indagini per un crimine che non ha commesso. Ma lei ovviamente è conosciuta per altri motivi: gli stream di Keffals dedicati alla politica e ai problemi della comunità LGBTQ+ le hanno fruttato un grosso seguito, ma anche molti nemici come è giusto che sia.
L’arresto ingiustificato di Keffals
E a parte commentare affermazioni transfobiche come quelle della giornalista Helen Joyce o quelle di J.K. Rowling, la streamer ha molto spesso usato il suo canale per fare attivismo, creando non poche controversie proprio come quando è stata bannata per aver parlato degli abusi subiti o nel momento inncui prende di mira alcuni commentatori di destra come Tim Pool. Ma se pare essere così brava, perché è stata trattata come una criminale?
Sembra che qualcuno, facendo uso della sua identità, avrebbe scritto delle email a tutti i consiglieri della città di London, Ontario, in cui veniva detto che aveva ucciso sua madre, che era in possesso di un’arma da fuoco illegale e che avrebbe in programma di recarsi in municipio per togliere la vita a tutte le persone cisgender presenti. Ma questo non pare sia stato verificato a dovere: le e-mail contenevano una miriade di errori grammaticali, e nonostante ciò la polizia le ha prese sul serio, arrestandola e registrandola proprio con il suo vecchio nome, cambiato legalmente più di dieci anni fa.
Keffals, sulla faccenda, aveva già avuto il mandato di perquisizione usato dalla polizia cercare nel suo appartamento “un’arma, delle munizioni, delle cartucce, degli strumenti per la pulizia, una custodia per armi, dei telefoni cellulari e dei computer” e sequestrare tutti i suoi beni, strumenti di lavoro inclusi. La questione ha portato alla luce un argomento da non poco visto e considerato che sia assurda come situazione, tuttavia c’è da chiedersi in questo momento se sarà l’ultima o meno di cui sentiremo parlare.
? Fonte: www.multiplayer.it