I malware sono sempre più diffusi in tutto il mondo, e lo si capisce anche da quanto recentemente emerso in rete, ovvero, una vera e propria piattaforma che mette a disposizione per gli hacker e i criminali della rete, un centro di comando e controllo in cambio di un abbonamento dai costi molto accessibili.
Stiamo parlando precisamente di Dark Utilities, nuovo servizio scoperto dai ricercatori di sicurezza di Cisco Talos, e che mette a disposizione ai criminali informatici in maniera molto semplice, tutto ciò che serve per attività illecite via web. “Dark Utilities – specifica Hwupgrade – si configura quindi come un vero e proprio C2-as-a-service, seguendo un modello ad abbonamento che tanto sta raccogliendo successo nell’ambito delle attività criminali sul web”. Per centro o server di comando e controllo si indica uno strumento attraverso cui gli aggressori informatici controllano le attività di un malware che hanno utilizzato per colpire la loro vittima, “inviando comandi, nuove configurazioni e nuovi payload, oltre a ricevere riscontri, informazioni, dati e monitoraggio dai sistemi compromessi”. Dark Utilities, in base a quanto emerso, è una piattaforma che supporta dei payload basati su Windows, Linux e Python, “e rimuove la necessità di implementare un canale di comunicazione C2 poiché fornisce uno strumento già adatto allo scopo”.
DARK UTILITIES, LA PIATTAFORMA DOVE ACQUISTARE MALWARE IN ABBONAMENTO
Attualmente vi sarebbero già più di 3.000 abbonati attivi anche perchè per abbonarsi il costo è davvero irrisorio, solo 9.99 euro al mese. Ci sono poi una serie di funzioni aggiuntive che possono far lievitare il prezzo, ma di fatto si tratta di una piattaforma accessibile a chiunque. Secondo gli esperti di cybersicurezza, Dark Utilities sarebbe in circolazione da inizio anno, quindi da circa 7/8 mesi, e stando a quanto scoperto ,il pannello di amministrazione sarebbe di tipo modulare, “con vari moduli destinati a scopi differenti tra cui azioni di DDoS e cryptojacking”, scrive ancora Hwupgrade. “I payload sono ospitati nell’IPFS (Interplanetary File System), un sistema di rete decentralizzato per archiviazione e condivisione di dati. Lo strumento consente inoltre di stabilire meccanismi di persistenza sul sistema preso di mira”. Ovviamente si tratta di una notizia inquietante e preoccupante, visto che tale piattaforma potrebbe servire a sdoganare ulteriormente virus e malware vari, già circolanti in maniera capillare in questo ultimo anno.
? FONTE: Hwupgrade.it