Alla fine è stato licenziato l’ingegnere di Google che aveva definito senziente, quindi in grado di pensare come un essere umano e di reagire nello stesso modo, l’intelligenza artificiale LaMDA.
Come riportato dal sito online del Corriere della Sera, è stato lo stesso ingegnere di Big G, Black Lemoine, a fornire la notizia, poi confermata anche dall’azienda. Blake Lemoine era finito sotto i riflettori soltanto poche settimane fa, quando il gigante di Mountain View aveva deciso di sospendere lo stesso in quanto aveva appunto definito senziente l’intelligenza artificiale. All’epoca era stato solamente sospeso, ma pochi giorni fa è arrivato il definitivo licenziamento, così come ha spiegato anche lo stesso Lemoine durante la registrazione di una nuova puntata del Big Technology Podcast del giornalista Usa Alex Kantrowitz. Un epilogo, come scrive il quotidiano di via Solferino, che era apparso scontato fin da subito: “Si trattava di una situazione anomala – scrive a riguardo il Corriere della Sera – per il mercato turbo-liberista americano, ma evidentemente figlia di alcuni passaggi burocratici da sbrigare per poter dare il «benservito»”.
LICENZIATO L’INGEGNERE DI GOOGLE CHE AVEVA DEFINITO SENZIENTE UN’AI
A spingere Google a dare il ben servito all’ingegnere (che è anche un sacerdote mistico cristiano), non sono state le sue dichiarazioni sulla LaMDA, quanto avere esposte le stesse a diversi soggetti esterni dell’azienda, violando così il patto di riservatezza che ogni dipendente di Google sottoscrive con la stessa Big Tech, soprattutto coloro che lavorano in determinati settori “delicati”. Peccato però che Lemoine aveva deciso di spifferare il tutto su Medium, trascrivendo l’intera comunicazione avuta con l’intelligenza artificiale di Big G, a cominciare dalla frase «Ho paura di essere spento», parole che di fatto fecero saltare sulla sedia l’ex ingegnere di Google, convinto che il computer avesse un’anima.
«Il nostro team composto da etici e tecnologi ha esaminato le preoccupazioni di Blake – aveva fatto sapere il portavoce di Google Brian Gabriel, subito dopo che era scoppiato il caso – e lo ha informato che le prove non supportano le sue affermazioni. Gli è stato detto che non ci sono prove che LaMDA sia senziente (e che ci sono molte prove contrarie)». Una posizione che è stata poi ribadita ora, dopo il licenziamento: «LaMDA è stata oggetto di 11 diverse revisioni, e all’inizio di quest’anno abbiamo anche pubblicato un documento di ricerca che illustra il lavoro svolto per il suo sviluppo responsabile. Abbiamo trovato del tutto infondate le affermazioni di Blake secondo cui LaMDA è senziente e abbiamo lavorato per molti mesi per chiarire questo punto insieme a lui». Di conseguenza – si legge ancora –, «è deplorevole che, nonostante il lungo impegno su questo tema, Blake abbia scelto di continuare a violare le politiche di sicurezza dei dati, che includono la necessità di salvaguardare le informazioni sui prodotti».
? FONTE: Corriere.it