Tu quoque Netflix? Viene proprio da fare questa domanda a un colosso dello streaming che fino ad oggi si era distinto non solo per la qualità e quantità dei prodotti offerti ai suoi utenti e clienti, ma anche per la determinazione con la quale si è sempre opposto all’inserimento di contenuti pubblicitari nel suo palinsesto.
Eppure, la crisi in cui versa il colosso di Los Gatos, fondato ormai 25 anni fa, è conclamata. Prima il licenziamento di 300 dipendenti, poi l’annuncio dell’inserimento di contenuti pubblicitari nel palinsesto, ed il grande calo di abbonati nel primo semestre del 2022. Tutti dati inconfutabili. E poco piacevoli.
Naturalmente serve correre ai ripari e Netflix sta facendo di tutto per non perdere l’attività, anche a costo di dover “svendere” alcuni dei suoi prodotti originali per rimpinguare quelle casse che stanno soffrendo, e non poco, di questa crisi.
Netflix vende al miglior offerente
La vendita di cui sopra riguarda ovviamente i diritti di streaming di serie televisive e produzioni originali Netflix ad altre emittenti (che trasmettono in chiaro) per poter avere così degli introiti maggiori e ripianare i conti.
Si tratta di serie televisive più vecchie, molto famose e di certo gradimento da parte del pubblico, che magari non potendo al momento permettersi un abbonamento a pagamento potrebbero godere della visione di alcuni contenuti finalmente in maniera gratuita.
Ma non è ancora detto che sia così, o meglio che sia soltanto così. Potrebbe infatti accadere anche che Netflix decida di affidare la proiezione di alcuni suoi contenuti, in particolare film, ai circuiti di sale cinematografiche convenzionali, tanto per allargare il giro d’affari e incrementare i canali di diffusione di contenuti che ad oggi non portano più incassi di quanti non ne abbiano già generati.
Nel frattempo, la parte pubblicitaria della rivoluzione Netflix è già iniziata. Il colosso fondato da Reed Hastings e Marc Randolph ha infatti stretto un accordo con la Microsoft, che è ufficialmente diventata partner di Netflix per la vendita degli spazi pubblicitari all’interno dei palinsesti.
Naturalmente gli abbonamenti cambieranno prezzo a seconda di quanti spazi pubblicitari verranno inseriti in ciascuno slot, e sarà cura dell’utente decidere se continuare a pagare un determinato prezzo per la visione senza passaggi pubblicitari o se invece scegliere quella in cui sono inclusi gli spot.
Ciò detto, si vede che Netflix sta facendo di tutto e di più per riuscire a mantenere a galla una barca chiaramente fallata ma che si spera, grazie a questi interventi, possa rimanere ancora in navigazione per molto tempo.