E’ stato scoperto per la prima volta un buco nero dormiente nei pressi della Via Lattea, precisamente nella Grande Nube di Magellano: di cosa si tratta?
Come riferisce l’agenzia di stampa italiana, Ansa, attraverso il suo sito ufficiale, si tratta di un buco nero che ha una massa circa nove volte quella del Sole, ma che non emette grandi livelli di Raggi X. Viene inoltre specificato che è il primo di questo tipo ad essere individuato al di fuori della nostra galassia, anche se gli stessi buchi neri vengono ritenuti dagli addetti ai lavori molto comuni. A fare questa incredibile scoperta è stato un team internazionale di ricercatori dell’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, noto anche, in maniera ironica, con il nome di “polizia dei buchi neri”, in quanto famoso per aver smentito alcune false scoperte riguardanti appunto questi affascinanti quanto inquietanti oggetti cosmici.
Lo studio, una volta completato, è stato in seguito pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, ed è giunto dopo un lavoro in team durato ben sei anni, attraverso una serie infinita di osservazioni tramite il Very Large Telescope (Vlt) dello European Southern Observatory (Eso), che si trova in Cile. I buchi neri dormienti sono molto difficili da individuare visto che essendo appunto “in letargo”, hanno una bassissima emissione di raggi-X, di conseguenza non registrano alcuna attività. Inoltre, interagisco in maniera pressochè minima con la materia circostante, e per questo è molto raro trovarne uno nello spazio che ci circonda. Quello scoperto è stato denominato VFTS 243, e fa parte di un sistema binario insieme ad una stella compagna massiccia, avente una massa che è circa 25 volte quella del Sole.
La particolarità di questo buco nero e che lo stesso sembrerebbe essersi formato senza che si verificasse alcuna esplosione della stella originaria. Tomer Shenar, che ha guidato lo studio, a riguardo spiega: “La stella che ha formato il buco nero VFTS 243 sembra essere completamente collassata, senza alcun segno di una precedente esplosione. Ciò ha enormi implicazioni per lo studio dei buchi neri”. I ricercatori, per individuare il buco nero, hanno scandagliato circa 1.000 stelle massicce presenti nella regione della Nebulosa della Tarantola, nella Grande Nube di Magellano. “Come ricercatore che ha smentito diversi potenziali buchi neri negli ultimi anni, ero estremamente scettico riguardo a questa scoperta – ha aggiunto e concluso Shenar – ma non siamo riusciti a trovare una spiegazione plausibile per i dati in nostro possesso che non coinvolgessero la presenza di un buco nero”.
? FONTE: Ansa.it
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