Grazie ad una ricerca coordinata dal Politecnico di Milano, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università californiana di Stanford e quella britannica di Glasgow, il programma europeo Superpixel ha ottenuto una nuova evoluzione per il raggiungimento dello sviluppo di connessioni ultraveloci, che pare saranno cento volte più potenti di quelle a disposizione attualmente.
L’italia ha preso parte, di recente, ad un progetto europeo che prende il nome di Superpixel, e che punta a migliorare di molto le connessioni in modo tale da renderle molto più potenti del normale. Detto così potrebbe sembrare essere un programma qualunque, ma in realtà i ricercatori hanno pensato bene che cosa fare.
Sulla questione abbiamo alcune informazioni che possono riassumere, bene o male, quelle che potrebbero essere le migliorie principali che apporterebbe Superpixel, le quali non sono affatto male e, fra l’altro, rappresenterebbero un nuovo passo per quanto riguarda il raggiungimento di una rete così veloce da fare invidia a StarLink. Ma come verrà presentata?
Per cominciare, la rivoluzione tecnologica è pari a quella avvenuta nelle connessioni via cavo con l’arrivo delle fibre ottiche. Il super wireless, grazie ad un chip in silicio grande 5 millimetri, arriverà a essere cento volte più veloce ed efficiente come abbiamo detto. Il microcircuito riuscirà a ricevere i fasci di luce che vengono, in seguito, ordinati e manipolati da una moltitudine di microscopiche antenne ottiche. La cancellazione delle interferenze tra i fasci di luce permetterà al chip di manovare al meglio una quantità d’informazioni cento volte superiore rispetto agli attuali sistemi wireless ad alta capacità.
Lo stesso campo in cui la ricerca potrà essere utilizzata è vasto; gli usi comprendono dei sistemi di posizionamento e localizzazione per veicoli a guida autonoma, sensoristica e riconoscimento di oggetti a distanza, device portatili e indossabili per la realtà aumentata. Il super wireless, proseguendo con l’argomento, sarà molto importante anche nella sfera biomedica grazie all’aggiunta di nuove tecniche d’indagine per applicazioni biomedicali. E non è assente neanche la collaborazione che ha portato a questo risultato, confermando l’Italia come una delle principali leadership sulle tecnologie fotoniche per comunicazione, sensoristica e biomedicale.
? Fonte: www.tgcom24.mediaset.it
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