La legge sull’aborto ha letteralmente spaccato l’opinione pubblica, o meglio lo ha fatto l’abolizione della legge statunitense che rendeva legale le interruzioni di gravidanza. In un senso o nell’altro, ognuno ha da dire la sua, e non sono da meno anche le Big Tech che sono scese in campo a modo loro in difesa del diritto all’aborto delle donne statunitensi.
Se già qualche settimana fa le Big Tech come Apple e Google avevano affermato di avere intenzione di salvaguardare, anche economicamente, la salute delle donne che per un motivo o per l’altro decidessero di ricorrere a una interruzione di gravidanza, in particolare le loro dipendenti, ora Google si è spinta ancora oltre.
Il colosso di Mountain View ha infatti fatto sapere che, nel caso in cui una donna decidesse di recarsi in una clinica abortiva nonostante i divieti imposti dalle leggi dei singolo Stati dell’Unione, allora cancellerà la cronologia della localizzazione tramite Maps e tramite i suoi sistemi GPS proprio per salvaguardarne la privacy.
Google protegge le donne nei loro diritti fondamentali
Google dunque ha deciso di schierarsi nettamente e di prendere una posizione ben definita nella questione della legge abrogativa del diritto all’aborto, che in molti Stati dell’Unione si è tradotta immediatamente in una decisa proibizione dell’aborto.
Ma secondo la politica di Google abrogare una legge del genere è una chiara violazione dei diritti delle donne alla protezione della propria salute, ed è probabilmente per questo che Google ha deciso di schierarsi, a suo modo, a favore del diritto alle interruzioni di gravidanza da parte non solo delle dipendenti di Google, ma anche di tutte le donne statunitensi.
In realtà negli Stati Uniti non c’è mai stata una vera e propria legge sul diritto all’aborto, perché la decisione Roe v. Wade del 1973 di fatto era una sentenza che sanciva il diritto all’interruzione di gravidanza ma non è mai diventata una legge. Su questa base la Corte Suprema ha abolito lo scorso 24 giugno 2022 la sentenza Roe v. Wade asserendo che “la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto”. Ora quindi i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia.
Di questo passo, purtroppo, presto negli Stati Uniti l’aborto sarà proibito in molti Stati. Soprattutto nel Sud del Paese, infatti, in Stati come il Wyoming e la Louisiana e il Kentucky, le amministrazioni locali hanno preso la palla al balzo e hanno immediatamente emanato leggi che proibiscono categoricamente l’aborto entro i loro confini.
Motivo per cui molte donne potrebbero in futuro essere costrette ad andare fuori lo Stato e Google, per proteggerne la privacy, ha annunciato la decisione di cancellare la cronologia della localizzazione nel caso di ingresso in una clinica abortiva.