La pandemia da Coronavirus ci ha consegnato la crisi dei semiconduttori che, proprio come la sua variante Omicron 5, si sta trasformando in qualcosa di diverso ma ugualmente pericoloso: ora le schede ci sono. Ma sono troppe rispetto alla domanda.
Sulla base di un rapporto di DigiTimes, ripreso da più testate, sembra che NVIDIA sia colpita da questo nuovo problema. Il colosso tecnologico californiano, leader nei segmenti di schede madri e processori grafici per il mercato videoludico e professionale, oltre a moduli System-on-a-chip per il Mobile computing, è afflitta dal recente e imponente calo della domanda di PC, che gioco-forza influenzerà l’imminente gamma di schede grafiche GeForce RTX 40 di NVIDIA.
La domanda di GPU ha raggiunto un nuovo minimo storico e secondo gli analisti dovrebbe peggiorare nei prossimi mesi. Così, sia NVIDIA ma anche AMD, starebbe rivedendo i loro ordini TSMC, sempre secondo DigiTimes.
Citando fonti del settore, il noto e autorevole portale cinese afferma che Apple, AMD e NVIDIA desiderano tutti modificare i loro ordini. Secondo quanto riferito, AMD vuole ridurre i suoi ordini di wafer da 7/6 nm mentre NVIDIA in quanto si trova ora ad affrontare un problema di mercato delle GPU eccessivamente saturo, e di conseguenza una minore domanda di GPU di nuova generazione.
NVIDIA ora ha in vendita un ampio stock di schede grafiche GeForce RTX 30, ma la società sarebbe pronta ad abbassare il prezzo. Questo nonostante il mercato dell’usato sia ora gonfiato dalle criptovalute che non sono però più redditizie da usare, e mantenere.
Ciò che prima era un desiderio, dall’anno dello scoppio della pandemia da Coronavirus con tanto di annesso lockdown, ora è un problema: semplificando la situazione in maniera estrema, ci sono semplicemente troppe schede rispetto alla domanda, il che, nel caso di NVIDIA, si traduce in una prospettiva cupa per la domanda di RTX 40.
NVIDIA è una delle aziende che ha effettuato pagamenti anticipati a TSMC per i propri wafer da 5 nm. Sfortunatamente per gli statunitensi, TSMC non ha alcuna intenzione di fare concessioni. Nella migliore delle ipotesi potrà accettare un ritardo nella spedizione dei wafer fino a due trimestri, ma sarà un problema di NVIDIA trovare clienti in tempo, in tempo, per pagare TSMC. Insomma, come se non bastasse la pandemia, un altro rimedio da trovare.
La situazione viene riassunta dalla Borsa: quel crollo delle azioni in poco meno del 50% in appena sei mesi, è la fotografia esatta di quello che stanno passando, in primis, AMD e NVIDIA.
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