Al di fuori del nostro sistema solare esiste un pianeta davvero particolare, dove si invecchia in un batter d’occhio. Stiamo parlando precisamente di OI-1807b, una terra dove un anno dura solo 13 ore, praticamente metà giornata più un’altra ora: è il più giovane esopianeta con un’orbita ultra breve mai scoperto, avendo “solo” 300 milioni di anni.
Come riferisce il sito di RaiNews, è stato scoperto nel 2020 grazie all’utilizzo del telescopio Tess della Nasa, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, e grazie allo spettrografo Harps-N installato sul Telescopio Nazionale Galileo(Tng) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) alle Canarie, abbiamo potuto scoprirne i segreti. A riguardo è stato realizzato uno studio apposito che è in via di pubblicazione presso la rivista Astronomy & Astrophysics, ed è firmato da un gruppo internazionale di ricercatori guidato da membri dell’Inaf e dell’Università di Padova, di conseguenza si tratta di un lavoro con una vena spiccatamente italiana. La particolarità di TOI-1807b sta proprio nella sua giovane età visto che i pianeti cosiddetti Usp, ovvero, quelli che hanno un periodo orbitale ultra breve, hanno tutti un’età superiore al miliardo di anni.
Si tratta inoltre di terre estremamente rare, anche se facilmente identificabili proprio per via del loro periodo orbitale molto corto. Il nuovo pianeta presenta degli aspetti molto interessanti, come ha spiegato Domenico Nardiello, assegnista di ricerca presso l’Inaf di Padova, nonché primo firmatario dell’articolo in via di pubblicazione: “è il più giovane pianeta con periodo orbitale ultra-breve (Usp) mai osservato finora, con un’età di appena 300milioni di anni, e ha una densità simil terrestre. Inoltre, grazie ai dati di Tess e soprattutto grazie ai dati di Harps-N, abbiamo calcolato con estrema precisione sia il raggio del pianeta che la massa”. Grazie a tale metodo è stato possibile stabilire che la densità del pianeta è rocciosa e quindi di tipo terrestre. Analizzando ulteriormente il pianeta si è scoperto che TOI-1807b ha un nucleo composto dal 25% di ferro e nessuna atmosfera estesa, e non è da escludere che quest’ultima possa essere stata spazzata via tramite fotoevaporazione per via della eccessiva vicinanza alla stella madre, una distanza pari ad un centesimo di quella che separa il sole dalla Terra.
“Fino a qualche anno fa non potevamo minimamente immaginare che potessero esistere pianeti così vicini alla propria stella ospite – ha spiegato ancora – Nardiello – oggi, grazie al progredire della tecnologia, non solo siamo in grado di identificarli, bensì anche di conoscere con estrema precisione la loro età, tutte le caratteristiche fisiche, se hanno o meno un’atmosfera e come questa si sia evoluta nel tempo. Ciò favorirà molto la comprensione di come i pianeti (inclusa la Terra) si siano formati e quali condizioni permettano la nascita della vita”.
? FONTE: Rainews.it
Stai facendo il tuo lavoro quotidiano con il Macbook e lo percepisci lento? oppure stai…
Nascoste nei cassetti di molti, ci sono delle reliquie del passato che potrebbero oggi valere…
Contiene link di affiliazione. Chi passa molto tempo al computer, per lavoro o svago, sa…
Quando ci si mette alla ricerca di un computer portatile utile per lavorare, si è…
Contiene link di affiliazione. Se si vuole costruire da zero il proprio PC fisso o…
Contiene link di affiliazione. Per motivi di studio o lavoro siete alla ricerca di un…