Instagram sta testando in questi giorni una serie di nuovi metodi per cercare di capire se chi utilizza il social abbia l’età giusta per appunto poter approcciarsi allo stesso “raccoglitore” di foto e video di proprietà di Mark Zuckerberg, rispettando così le regole della piattaforma in merito all’età minima per registrarsi, 13 anni.
Il test è scattato negli Stati Uniti e fa riferimento ad un software di analisi facciale che sfrutta l’intelligenza artificiale, e che ha anche l’obiettivo di indirizzare contenuti e pubblicità ad hoc. L’utente ha tre possibilità di registrarsi: caricare un video selfie, caricare un documento d’identità, o infine, indicare tre conoscenti maggiorenni che dovranno poi confermare l’età dichiarata, assumendosene le responsabilità.
Nel caso in cui si optasse per la prima scelta, ovvero, caricare un video selfie, Meta condividerà le immagini con Yoti, un’azienda britannica specializzata nell’identificazione digitale. Attraverso una particolare tecnologia, la start up stima l’età delle persone analizzando volti e tratti del viso, e stando a quanto specificato da Yoti, il loro programma non è in grado di riconoscere l’identità di una persona, bensì solamente la sua età, e questo a tutela ovviamente della privacy. E’ inoltre una tecnologia molto accurata per i bambini di età compresa fra i 6 e i 12 anni, con un margine di errore calcolato di 1.36 anni, che sale a 1.52 per la fascia di età 13-19 anni.
Meta, a riguardo, ha assicurato che tutte le informazioni fornite resteranno private e non visibili a nessuno, e che una volta che il test sarà completato i dati verranno cancellati da entrambe le società. Will Gardner OBE, ad di Childnet e direttore del Safer Internet Centre britannico, ha commentato tali novità spiegando: “C’è il potenziale per cercare di proteggere i bambini da contenuti non adatti a loro e per rendere la loro esperienza su Internet più adatta alla loro età”. La 5Rights Foundation, organizzazione britannica che da anni lotta per la sicurezza dei minori nell’ambiente digitale, aggiunge che si tratta di sforzi “attesi da tempo”, aggiungendo che le piattaforme dovrebbero “abbandonare l’atteggiamento del far finta di non vedere che ha portato milioni di bambini a essere messi a rischio”. Il riferimento è anche agli altri strumenti introdotti recentemente in favore della sicurezza dei minori, come ad esempio il fatto che i genitori possono impostare limiti di tempo su Instagram e visualizzare i dettagli di tutte le segnalazioni dei loro figli. Inoltre gli stessi adolescenti saranno “invitati a guardare altri contenuti – scrive TgCom24.it – se visualizzano ripetutamente gli stessi argomenti sulla pagina Esplora di Instagram e saranno incoraggiati a fare una pausa se scorrono continuamente i filmati”.
? FONTE: TgCom24.it
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