Nicola Wrachien, un ingegnere informatico e programmatore ungherese, è riuscito a far caricare la versione GBA del videogame Doom da un chip di una lampadina IKEA, riprogrammando il microcontrollore interno per alleggerire il peso del gioco a soli 108 KB di RAM. Ecco come ha fatto.
Ha utilizzato una board con una memoria flash pari a 8 MB, porte per l’audio, il video e la tastiera, connettori di alimentazione ed il chip della Trådfri, una lampadina smart di IKEA. Poi ha riprogrammato il microcontrollore interno della lampadina ed ecco il risultato: caricare a 35 FPS, con una risoluzione di 160×128 px ed un peso di appena 108 KB di RAM, il video gioco Doom.
L’ideatore e sviluppatore del marchingegno fai-da-te con – potremmo dire – “processore IKEA”, è l’ingegnere informatico e programmatore ungherese Nicola Wrachien ed il suo esperimento perfettamente riuscito è stato raccontato e mostrato dal magazine online PCMag.
Pare che Wrachien sia stato ispirato da un’impresa simile realizzata in precedenza negli Stati Uniti, dove un appassionato di elettronica, informatica e gaming, utilizzando il microcontrollore di un test di gravidanza, è riuscito a raggiungere lo stesso risultato, caricando lo stesso video game.
Alleggerire la versione del video game Doom per farlo processare dal microcontrollore della lampadina IKEA
La versione del video game Doom caricata da Wrachien è la trasposizione alleggerita per dispositivi GBA, ovvero Game Boy Advance. Dunque una versione leggera, che il programmatore ha poi reso ancor più “light” per riuscire a caricare il gioco utilizzando soltanto 108 KB di RAM.
Per giungere al risultato ha quindi rimosso gli effetti sonori del videogame e la musica utilizzata come colonna sonora, riuscendo in questo modo a far caricare il video game dal chip della lampadina Trådfri dell’IKEA.
Infine, Wrachien ha pubblicato il tutto su GitHub, dichiarando il suo obiettivo di “portare Doom su tutti quei microcontrollori dotati di flash sufficiente e almeno 108 KB di RAM” e consentendo a chiunque volesse cimentarsi nello stesso esperimento di seguire le sue tracce di sviluppo gratuitamente.
FONTE: www.dday.it