Tempi duri, assai duri, per le criptovalute nell’ultimo semestre Gennaio – Giugno di quest’anno: gli investimenti effettuati in Bitcoin ad inizio 2022 oggi perdono più della metà del loro valore, passando da quasi 42.000 Euro a BTC al primo di Gennaio ad appena poco più di 20.000 Euro ad oggi. Ed il Bitcoin è in “buona” compagnia. Scopriamo i dettagli.
Un crollo vertiginoso del 51,54% ha investito il Bitcoin dal primo di Gennaio ad oggi. Ed altre criptovalute sono andate ancora peggio: per Ethereum (ETH), ad esempio, è stata una franata in verticale, di oltre due terzi del suo valore, ovvero del ben 67,56%, portando la soglia di 3.313,16 Euro a 1.074,86.
E così anche i BNB, i Cardano ed XRP, con riduzioni da un minimo di 55,17% di BNB ad un massimo di 60,98% per Cardano. Né fa eccezione la criptovaluta sostenuta con entusiasmo dal magnate “Mars & Cars” Elon Musk, il Dogecoin, che in sei mesi ha visto ridurre il suo valore del 64,33%, ovvero dai 0,15 Euro per Dogecoin al primo Gennaio a 0,054 Euro ad oggi.
L’andamento delle criptovalute, quindi, in questo periodo ha subito lo stesso rallentamento che ha investito Economia e Borsa a livello planetario: come il NYSE Composite della Borsa di New York franato del 18,13%, l’indice Nasdaq addirittura del 31,73%, l’FTSE MIB italiano del 21,43% e numerosi titoli del settore tecnologico. Ma c’è un’eccezione: le stablecoin.
Le stablecoin rappresentano un’eccezione nel panorama di tracolli di valore delle criptovalute attuale: nate come rappresentazioni digitali di beni reali per mantenerne stabile il valore d’investimento nel tempo, sono legate al dollaro statunitense e dunque garantite dal deposito di una moneta ufficiale o, in alternativa, di assets finanziari.
Grazie alla crescita del dollaro sull’euro dell’ultimo periodo, le tre stablecoin principali di Tether, USD Coin e Binance USD sono addirittura cresciute rispettivamente dell’8,64%, 8,77% e 9%, facendo registrare dunque lievi aumenti di capitale agli investitori che hanno puntato su di esse a partire da inizio anno.
Stessa sorte anche per la versione algoritmica delle stablecoin, non legata a valuta reale o assets finanziari, bensì ad un algoritmo dedicato agli smart contract che opera in automatico per mantenerne il valore stabile rispetto al dollaro, con crescite pari al 6,14% per Neutrino e dell’8,89% per Fei USD.
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