La pandemia da Coronavirus ha sferrato brutti colpi nel mondo dei chip, mettendo per tanto tempo in ginocchio molte aziende, anche quelle che vanno per la maggiore, vedi Samsung, leggasi Apple, la conseguenza è stata anche uno studio più approfondito. Da qui una ipotetica svolta.
Per decenni, i tecnici del settore stavano lavorando a un qualcosa di innovativo. La costrizione data dal lockdown del 2020 e la sua lunga mano, ha portato a un lavoro ancora più certosino sui processori di plastica programmabili, e soprattutto super economici.
Già nel 2021 Arm ha riprodotto il suo più semplice microcontrollore a 32 bit, l’M0, in plastica, ma anche questo non poteva sperare di raggiungere l’obiettivo. Il problema, secondo gli ingegneri dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign e del produttore britannico di elettronica flessibile PragmatIC Semiconductor, è che anche i più semplici microcontrollori standard del settore sono troppo complessi per essere realizzati su plastica sfusa. Almeno fino ad ora.
Un processore di plastica semplice ma completamente funzionale
Nella ricerca che sarà presentata all’International Symposium on Computer Architecture, il team transatlantico presenterà un processore di plastica semplice ma completamente funzionale. Che potrebbe essere realizzato a prezzi inferiori a un centesimo.
Il team dell’Illinois ha progettato processori a 4 e 8 bit specificamente per ridurre al minimo le dimensioni e massimizzare la percentuale di circuiti integrati funzionanti prodotti.
Secondo le prime ipotesi, l’81% della versione a 4 bit avrebbe funzionato, almeno stando a quanto assicura il leader del team Rakesh Kumar. “L’elettronica flessibile – dice, in uno stralcio di un’intervista su spectrum.ieee.org – è stata di nicchia per decenni, ma questo studio sulla resa mostra che potremmo essere pronti per il mainstream”.
I processori in questione sono stati realizzati utilizzando l’ossido di zinco-gallio e indio semiconduttore flessibile a film sottile, che può essere costruito su plastica e continua a funzionare anche se piegato intorno a un raggio di millimetri. Ma mentre un processo di produzione affidabile è un prerequisito, è stato il design a fare la differenza.
I nuovi chip Flexicore sono stati ottimizzati per ridurre il numero di componenti e la complessità, utilizza utilizzano la tecnologia dei semiconduttori flessibili IGZO, già impiegata in diversi monitor.
Tutto ciò ha portato a un FlexiCore a 4 bit da 5,6 millimetri quadrati composto da soli 2.104 dispositivi a semiconduttore (circa lo stesso numero di transistor in un Intel 4004 del 1971) rispetto a circa 56.340 dispositivi per PlasticARM.
“Questo è esattamente il tipo di innovazione di progettazione necessaria per supportare l’elettronica davvero onnipresente”. Parola di Scott White, CEO di PragmatIC Semiconductor.
FONTE: Spectrum