Una tempesta solare ha abbattuto nelle scorse ore una serie di satelliti lanciati in orbita da Elon Musk per la sua costellazione di Starlink, l’internet appunto satellitare.
A svelare l’evento, come si legge sul quotidiano libero, è stato il divulgatore scientifico Luigi Bignami attraverso le colonne di Domani, raccontando che qualche giorno fa il Sole aveva appunto scatenato una tempesta che dagli addetti ai lavori era stata annunciata senza grande preoccupazione in quanto di valore uno su una scala del massimo di 5. Peccato però che la stessa abbia abbattuto ben 40 satelliti di una costellazione formata in totale da 49. Solo dopo questa “strage” si è capito che l’attività solare fosse una Cme, acronimo di espulsione di massa coronale, quindi un evento molto violento che si verifica quando il Sole lancia nello spazio una grande quantità di materiale, che può appunto ricadere sul nostro pianeta.
Ma “rispetto a ciò di cui è capace il Sole, la tempesta che ha interessato i satelliti di Starlink comunque è stata ben poca cosa. Per capire veramente cosa può fare la nostra stella, dobbiamo riportare l’orologio al 2 settembre 1859″, specifica Bignami, ricordando come quel giorno la Terra venne investita da una Cme di proporzioni gigantesche, con enormi quantità di particelle cariche elettricamente che vennero espulse dal Sole, travolgendo la barriera del campo magnetico della Terra. Il cielo in quel caso divenne verde e azzurro, il sistema telegrafico andrà in tilt, e le comunicazioni vennero interrotte. Inoltre, molti centri telegrafici andarono a fuoco, mentre le bussole impazzirono.
All’epoca nessuno sapeva cosa fosse una Cme, visto che questi eventi vennero classificati solo negli anni ’70 del novecento, e quel fenomeno venne ricordato come l’evento di Carrington, dal nome dell’astronomo britannico, appunto Richard Carrington, che per primo testimoniò e descrisse l’evento. Da allora non si sono più verificate tempeste solari simili sul nostro pianeta, questo perchè, come fa notare Jonathan Eastwood dell’Imperial College London “se avvenisse oggi potrebbe essere un vero dramma perché dipendiamo molto di più di allora dall’elettricità e dalle reti tipo internet che potrebbero saltare in tutto il mondo creando problemi inimmaginabili”. Secondo Bignami, una Cme come quella del 1859 potrebbe provocare negli Stati Uniti un blackout di 130 milioni di persone, e ben 10 anni per rimediare al danno: insomma, una catastrofe di proporzioni inimmaginabili.
? FONTE: Liberoquotidiano.it
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