Un nuovo pianeta è stato scoperto nelle ultime settimane dagli addetti ai lavori, e la particolarità di quest’ultimo è che sembra possa ospitare l’uomo. Proprio per questo, come si legge sul sito dell’agenzia di stampa italiana Ansa, è già stato ribattezzato “Super Terra”, e il nome deriva anche dalle sue dimensioni.
E’ infatti grande quattro volte il mondo dove vive l’uomo, ed è stato individuato vicino al limite della zona abitabile della sua stella, leggasi Ross 508. Una scoperta che è stata effettuata grazie a movimenti quasi impercettibili che lo stesso astro compie, per via dell’attrazione gravitazionale esercitata dal pianeta che gli orbita intorno.
SCOPERTA UNA “SUPER-TERRA”, UN PIANETA SIMILE AL NOSTRO E NON TROPPO LONTANO
Questa “nuova Terra” è il primo esopianeta scoperto nell’ambito di una indagine che è scattata nel 2019, ed è giunto grazie al telescopio Subaru posizionato alle Hawaii, di proprietà dell’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone (Naoj). La ricerca è stata pubblicata e messa online, e la si può visionare sulla piattaforma arXiv, in attesa poi della revisione da parte della comunità scientifica e della successiva pubblicazione sulla rivista della Società Astronomica del Giappone. Ma cerchiamo di scoprire qualche dettaglio in più in merito a questo nuovo pianeta, chiamato Ross 508 b, che viste le dimensioni è altamente probabile, scrive l’Ansa, che sia di tipo terrestre o roccioso. Orbita attorno alla sua stella ogni 10.75 giorni, ma nonostante la distanza, la radiazione è solo 1.4 volte superiore a quella che colpisce la Terra.
“In ogni caso – specifica ancora l’Ansa – è improbabile che la super-Terra ospiti forme di vita, per lo meno come la conosciamo”, di conseguenza bisogna spegnere subito facili entusiasmi. Lo stesso pianeta verrà comunque analizzato ulteriormente nelle prossime settimane, e chissà che non possa venire a galla qualcosa di affascinante. Per quanto riguarda invece la sua stella, la Ross 508, si tratta di una delle più piccole e deboli individuata grazie al metodo della velocità radiale, detto anche metodo Doppler: “quando l’astro si sposta leggermente verso di noi – spiega l’agenzia di stampa – la luce stellare che raggiunge la Terra si trova più sul blu, mentre quando si allontana, la luce si sposta verso il rosso. Questo suggerisce – conclude l’Ansa – che le future indagini che utilizzeranno questa tecnica di osservazione hanno il potenziale per scoprire un vasto tesoro di esopianeti in orbita attorno a stelle deboli”.