Annunciata da “The Verge” la nuova strategia di Spotify di valorizzazione degli NTF, i Non Fungible Tokes, nonostante l’ultimo semestre abbia mostrato un vertiginoso calo sia delle vendite giornaliere sia dei portafogli NFT attivi: una mossa assai azzardata per la società di Stoccolma oppure magistrale, in grado di rilanciare i certificati di autenticità digitali? Scopriamo i dettagli.
E’ stato il Wall Strett Journal poche settimane a lanciare per primo l’allarme della crisi degli NFT, i Non Fungible Tokens che rappresentano atti di proprietà e certificati di autenticità digitali, scesi vertiginosamente dalle 225.000 vendite giornaliere di soli otto mesi fa ad appena 19.000 all’inizio del mese di Maggio.
Così come, sempre secondo il WSJ, il numero dei portafogli attivi, calati dai quasi 120.000 dello scorso Novembre a meno di 15.000 dello scorso Aprile. Eppure Spotify, il colosso svedese di musica streaming on demand, ha deciso di puntare proprio sugli NFT, consentendo ad artisti di tutto il mondo di pubblicare le proprio raccolte attraverso la piattaforma.
Per ora l’idea di Spotify è stata annunciata e presentata come test sperimentale ed i primi artisti ad essere stati coinvolti sono il produttore e DJ Steve Aoki e i The Wombats, band Indie-Rock di Liverpool nel Regno Unito.
La nuova funzione di pubblicazione dei tokens
L’idea di Spotify è stata di inserire gli NFT insieme alla playlist dei brani degli artisti; in questo modo, richiamando gli NFT tramite click o tap, è possibile visualizzare a scorrimento le opere di proprietà dell’artista selezionato.
Dunque, ogni opera può essere ingrandita ed approfondita attraverso una breve descrizione offerta dall’artista ed è inoltre possibile esplorarla ulteriormente richiamando la funzione “Vedi altro”, che conduce ad una pagina dedicata all’opera sul mercato digitale di NFT OpenSea.
E Spotify non è la sola: anche Mark Zuckerberg, infatti, ha di recente annunciato di voler introdurre gli NFT su Instagram e Facebook e proprio Instagram in questo momento si trova anch’essa in fase sperimentale sul mercato statunitense. Sarà davvero la svolta decisiva che condurrà gli NFT verso la ripresa?