Tinder contro Google, è guerra aperta sul web: l’app di incontri infuriata con la grande “G”

E’ guerra aperta fra Tinder e Google. Nel dettaglio, la casa madre che si “nasconde” dietro all’applicazione di incontri più famosa al mondo, ovvero Match e OkCupid (conosciuta come Match Group), ha denunciato Google per l’imposizione del proprio sistema di pagamento sulle stesse app che si trovano sul Google Play Store, pena l’estromissione dallo stesso negozio.

Tinder vs Google, 11/5/2022 - Computermagazine.it
Tinder vs Google, 11/5/2022 – Computermagazine.it

Stando a quanto sottolineato da Match Group, ci si trova di fronte a un caso di “abuso di potere, promesse non mantenute e manipolazione dei mercati”, ovvero, la creazione di un monopolio. Secondo Match Group: “Il requisito di Google elimina la scelta dell’utente sulle app Match Group e aumenta i costi per i consumatori consentendo a Google di addebitare a Match Group una tassa arbitraria e discriminatoria del 15% su tutti gli abbonamenti e fino al 30% su tutti gli altri acquisti in-app, per un importo di centinaia di milioni di dollari in commissioni gonfiate, mentre si monetizzano i dati personali di miliardi di utenti di app digitali”.

Tinder vs Google, 11/5/2022 - Computermagazine.it
Tinder vs Google, 11/5/2022 – Computermagazine.it

TINDER VS GOOGLE: BATTAGLIA LEGALE IN CORSO PER IL PLAY STORIE

La stessa azienda afferma che Google dieci anni fa poteva essere ritenuto un partner, mentre oggi viene definita quasi un aguzzino: “Ora siamo il suo ostaggio”, scrivono nella documentazione della citazione in giudizio, dove si aggiunge anche che gli utenti preferiscono le opzioni di fatturazione di Tinder rispetto a quelle di Google. Sulla vicenda è intervenuta anche Shar Dubey, amministratore delegato di Match Group, che ha spiegato che la causa è “una misura di ultima istanza. Abbiamo cercato, in buona fede, di risolvere questi problemi con Google, ma la loro insistenza e le minacce di rimuovere le app dei nostri marchi dal Google Play Store entro il 1 giugno non ci hanno lasciato altra scelta che intraprendere un’azione legale”.

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Stando a quanto riferito da Match Group, Google le ha assicurato che avrebbe potuto usare i propri sistemi di pagamento per fare gli acquisti in app, per poi introdurre l’uso esclusivo del sistema di fatturazione Google Play. Nel caso in cui l’azienda di Tinder non dovesse adeguarsi entro l’1 giugno, a quel punto Big G rimuoverà tutte le app di Match Group del Play Store.

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“Insistendo sull’uso esclusivo del proprio sistema di fatturazione – continua la denuncia – Google cerca di inserirsi come intermediario tra utenti e sviluppatori, impedendo a Match Group di assistere direttamente i propri clienti su molte questioni importanti. Se Google fosse autorizzato a perseguire questa politica, Match Group subirebbe danni irreparabili alle relazioni con i clienti, alla reputazione, alle prestazioni aziendali e i suoi utenti sarebbero danneggiati dall’aumento dei prezzi e dalla monetizzazione dei loro dati da parte di Google”. Il gigante di Mountain View, interpellato da Engadget, ha fatto sapere che Match Group rispetta i requisiti per versare commissioni pari al 15% su ogni transazione, valore ritenuto il più basso tra le “principali piattaforme di app”. Google ha spiegato anche che “l’apertura di Android” consente a Match Group di distribuire le proprie app degli store alternativi e sideload se l’azienda “non desidera rispettare” le sue politiche. “Questo è solo un proseguimento della campagna egoistica di Match Group per evitare di pagare per il valore significativo che ricevono dalle piattaforme mobili su cui hanno eretto la loro attività”, ha concluso Big G.

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