Secondo un’accurata ricerca gli utenti che utilizzano iOs, quindi iPhone, guidano peggio rispetto a coloro che invece sono dotati di smartphone dotati con il sistema operativo di casa Google, ovvero, Android.
Un risultato che inasprisce ulteriormente la decennale querelle a distanza fra appunto gli utenti del robottino verde e quelli del sistema operativo della Mela, assolutamente entrambi convinti di essere dalla parte giusta. Secondo quanto stabilito da un’indagine effettuata fra assicurazioni per auto negli Stati Uniti, si è appunto appurato come fra le due fazioni ve ne sia una che “primeggia”.
ANDROID VS IOS, LO STUDIO SU CHI GUIDA PEGGIO: INDAGINE SU 20MILA CONDUCENTI
La ricerca ha riguardato nel dettaglio ben diversi 20mila conducenti d’auto residenti negli Stati Uniti, e che hanno percorso più di 13 milioni di chilometri di guida. Inoltre, sono state prese in esame sei diverse categorie per determinare la prudenza al volante, leggasi guida complessivamente sicura, guida distratta, velocità, svolta, accelerazione e infine frenata.
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Ne è emerso che gli utenti Android risultano essere più prudenti rispetto ai colleghi di iPhone, totalizzando dei punteggi migliori nelle varie categorie, con una differenza maggiore soprattutto nella guida distratta; in poche parole, coloro che sono dotati di smartphone della Mela sarebbero quindi più distratti dal proprio telefono rispetto agli altri. Dallo studio emerge inoltre che i più prudenti sono delle persone anziane e sposate, nonché proprietari di case, abitanti del Midwest, e laureati.
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Smartworld ha commentato la ricerca spiegando: “Ci sono un paio di considerazioni di fare. Prima di tutto, lo studio non mostra l’errore, il che rende molto difficile stabilire la significatività delle conclusioni. Il secondo punto è più emotivo. Diversi studi hanno cercato di analizzare il comportamento degli utenti dei due sistemi operativi, rivelando per esempio come gli utenti Apple si sentano “diversi” o gli utenti Android “più ligi alle regole”, ma se non fosse la tipologia di utente a scegliere una piattaforma, quanto la piattaforma a cambiare il comportamento degli utenti?”. In ogni caso si tratta di uno studio effettuato negli Stati Uniti di conseguenza non è detto che lo stesso valga per altri Paesi, a cominciare dalla nostra nazione. Chissà se mai qualcuno realizzerà uno studio simile anche per l’Italia: sarebbe alquanto curioso.