Google ha fatto uno sterminio di applicazioni nel suo store ufficiale nelle scorse ore. Nel dettaglio sono state rimosse ben 1.2 milioni di app ritenute dannose per gli utenti che le scaricavano: vediamo cosa è successo.
Google è dotato di un algoritmo che scansiona in continuazione tutti i software che vengono pubblicati sul suo Play Store in cerca ovviamente di applicazioni pericolose, infette o che semplicemente violino le regole stabilite dallo store di Mountain View.
GOOGLE, 1.2 MILIONI DI APPLICAZIONI CANCELLATE DAL PLAY STORE: ECCO I DETTAGLI
Attraverso il proprio Google Security Blog, lo spazio web ufficiale di Big G dedicato alla sicurezza informatica, sono stati resi pubblici i risultati di questa super scansione, e come anticipato sopra, sono decisamente importanti, visto che 1.2 milioni di app cancellate sono davvero tante, come sottolineato anche da Tecnologia.Libero.it. Google esegue delle scansioni continue con l’obiettivo di trovare programmi che non siano conformi e per farlo utilizza degli algoritmi di machine learning che ogni giorno si fanno sempre più “astuti”, migliorando la precisione dei controlli.
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Come detto sopra, il numero di app bloccate è stato superiore al milione e nel contempo sono stati 190mila gli sviluppatori che sono stati “bannati” dal Play Store in quanto ritenuti inaffidabili per le troppe applicazioni sviluppate e non conformi al diktat “googleliano”. Con queste nuove politiche adottate, fa sapere sempre la multinazionale di Mountain View, il 98 per cento delle applicazioni per Android 11 e 12, ha ridotto il numero di accessi ai dati sensibili degli utenti negli ultimi mesi.
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Sempre il gigante della Tech ha fatto sapere che a breve verrà introdotta una nuova sezione nel Play Store e che era già stata annunciata a maggio del 2021: per tutte le applicazioni, a partire dal prossimo 20 luglio, ci sarà necessità di maggiore trasparenza nei confronti degli utenti che scaricheranno le stesse applicazioni. Nel dettaglio gli sviluppatori dovranno dichiarare quali tipi di dati vengono raccolti e archiviati tramite l’app in questione, come ad esempio i contatti, la posizione dell’utente, nome e indirizzo email, file audio e file archiviati nel dispositivo. Inoltre, dovrà essere specificata la modalità di utilizzo degli stessi dati: per offrire funzionalità, per personalizzare l’app o per altri scopi. Insomma, una vera e propria rivoluzione quella del Play Store a partire dalla prossima estate, che senza dubbio non potrà che giovare agli utenti ed in particolare alla loro sicurezza e privacy.