Si è verificata una spettacolare esplosione nucleare nella Via Lattea, e gli italiani sono stati i primi ad avvistarla. Come scrive Il Messaggero Veneto attraverso il suo sito online, nel dettaglio si è verificata un’esplosione nucleare di una sorgente galattica distante 8.000 anni luce dal nostro pianeta, con annessa un’emissione di raggi gamma di alta energia che fino ad ora non era mai stata registrata prima.
A portare alla luce tale vicenda sono stati i telescopi Magic nelle Canarie, progetti a cui partecipa, con un ruolo primario, anche l’Università di Udine. Ad “esplodere” è stata la RS Ophiuchi della costellazione dell’Ofiuco, nella Via Lattea, “è una nova ricorrente – spiega il quotidiano veneto – una stella che dà luogo a periodiche emissioni di raggi gamma”.
ESPLOSIONE NUCLEARE NELLA VIA LATTEA: ECCO COSA E’ SUCCESSO
Grazie a questa scoperta si è potuto identificare la nova come “una nuova classe di sorgenti galattiche di raggi gamma di altissima energia originati dall’accelerazione di protoni, aprendo una nuova finestra sulla conoscenza dei raggi cosmici”. I risultati di questa straordinaria scoperta sono stati poi pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature Astronomy, rendendoli così pubblici in tutto il mondo.
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L’università di Udine partecipa al progetto Magic con il gruppo di Fisica astroparticellare, coordinato da Barbara De Lotto, del dipartimento di Scienze informatiche, matematiche e fisiche (Dmif), e l’evento in questione ha origini all’8 agosto dell’anno scorso, quando l’esplosione era stata individuata dal rivelatore Large Area Telescope dell’osservatorio spaziale Fermi della Nasa e dai telescopi dell’High Energy Stereoscopic System (Hess) in Namibia. Una volta lanciato “l’allarme”, i due telescopi Magic delle Canarie sono stati meglio orientati verso la direzione del flusso di raggi gamma da parte di RS Ophiuchi, tornata ad esplodere dopo l’attività registrata nel 2006.
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«Il risultato – spiega De Lotto dell’ateneo friulano – è stato ottenuto grazie alle rivelazioni effettuate dai due telescopi atmosferici Cherenkov, di cui si compone Magic, sull’isola spagnola di La Palma, nelle Canarie. Magic e Cta – aggiunge – sono dei formidabili ambienti per la formazione dei dottorandi, fra i quali, attualmente, Irene Burelli e Alessandro Vigliano». Al momento sono impegnati nel progetto Magic gli studiosi dell’Ateneo udinese, Michele Palatiello e Diego Cauz, con la responsabile scientifica Barbara De Lotto, ed in particolare sono al lavoro sulla costruzione e i test delle future quattro camere Calibox. L’Italia ha un ruolo di primo piano in questa partnership di stampo internazionale grazie ai contributi che sono stati forniti alla stessa da parte dell’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, e dall’Inaf, Istituto nazionale di astrofisica.