C’è un satellitare del nostro sistema solare che sta attirando l’attenzione degli addetti lavori in questi ultimi tempi ed è Europa. Si tratta di una pianeta che ha dimensioni poco inferiori a quelle della Luna ma con delle caratteristiche geologiche molto più interessanti, come sottolinea Hdblog.it.
Scoperto negli anni ’70, quando sono state scattate le prime fotografie, a partire dagli anni ’90 si è iniziato a studiarlo in maniera più approfondita grazie anche alla sonda Galileo, che ha permesso di portare alla luce alcune dei segreti dello stesso Europa. E oggi, dopo cinquant’anni e passa di studio, si è scoperto che la superficie di questo satellite è completamente ghiacciata, con temperature che scendono fino a ben 220 gradi sotto zero, un clima glaciale a cui ovviamente nessun uomo potrebbe sopravvivere.
EUROPA, IL SATELLITE CHE E’ MOLTO SIMILE ALLA GROENLANDIA
L’atmosfera di Europa è invece composta per lo più da ossigeno, mentre un campo magnetico lo protegge dalle radiazioni emesse dal vicino pianeta Giove; in ogni caso, al di là delle temperature rigidissime, giusto per dire un eufemismo, lo strato di gas che circonda il satellite è troppo tenue per renderlo respirabile all’uomo.
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In ogni caso resta un mondo alquanto affascinante e misterioso, con distese di ghiaccio che si è estendono a vista d’occhio, intervallate da creste da 150/200 metri di altezza, con Giove in lontananza e che apparirebbe, da Europa, ben 24 volte più grande rispetto alla Luna dal nostro punto di osservazione. Un vero e proprio pianeta da film di fantascienza, da Star Wars, ma è probabile che mai nessun uomo ci metterà mai piede.
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In ogni caso non è da escludere che vi siano delle forme viventi, dei microbatteri, sulla sua superficie, e questo grazie alla presenza di acqua, come spiegato da Riley Culberg, geofisico della Stanford University, nonché autore di un importante studio proprio su Europa: “La presenza di acqua liquida nel guscio di ghiaccio – spiega – suggerirebbe che lo scambio tra l’oceano e il guscio di ghiaccio è comune, il che potrebbe essere importante per il ciclo chimico che aiuterebbe a sostenere la vita. Le acque poco profonde, in particolare, significano anche che potrebbero esserci obiettivi più facili da visualizzare o campionare per future missioni spaziali che potrebbero almeno preservare le prove della vita senza dover accedere completamente all’oceano profondo”. Fra due anni, nel 2024, è prevista una nuova missione di studio e ad occuparsi sarà, come accade ormai da diverso tempo, l’agenzia spaziale di Elon Musk, SpaceX, che utilizzerà un razzo Falcon Heavy per appunto meglio studiare ed osservare questo affascinante satellite del nostro sistema solare.