Ancora una volta si torna a discutere del futuro del canone Rai, la tassa che tutti gli italiani che posseggono la televisione devono pagare per poter vedere la televisione.
Negli scorsi anni il governo Renzi aveva deciso di introdurre per legge la stessa tassa nella bolletta della corrente elettrica, dilazionando il pagamento, e permettendo così allo stato e alla Rai di incassare il dovuto, evitando i furbetti. Ma a breve questo escamotage dovrà terminare, così come ci chiede l’Unione Europea, di conseguenza il futuro appare incerto.
La deputata del Gruppo Misto, Maria Laura Paxia, ha presentato un Ordine del giorno, accettato dalla Camera, che prevede di “adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai”. Paxia ha spiegato che così facendo si dà “seguito all’impegno che l’Italia aveva con l’Ue europea di scorporare il canone Rai” in quanto “onere improprio”.
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Nel dettaglio viene chiesto all’esecutivo di “adottare misure normative dirette a scorporare il canone Rai dalle fatture relative al consumo elettrico al fine di non appesantire i costi dell’energia e non gravare ulteriormente sui consumatori che sono ormai in evidente difficoltà, nell’ottica di perseguire gli obiettivi così come rilevati ed imposti a questo Governo dalla Commissione europea, e di introdurre eventualmente anche disposizioni dirette ad evitare evasione del canone Rai”. Cosa succederà dunque? Diverse le alternative, a cominciare dalla possibilità di eliminare del tutto il canone Rai, cosa però non semplice anche perchè la tv pubblica necessità di 1.63 miliardi di euro all’anno.
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La seconda possibilità è quella di abbinare il canone alla tassa sulla casa, così come avviene già in Francia, mentre la terza opzione è quella del pagamento della stessa tassa attraverso il 730, strada che al momento appare più percorribile. In ogni caso storce il naso Usigrai, Unione Sindacale Giornalisti Rai, che attraverso una nota ha espresso “forte preoccupazione per la decisione del Governo di non procedere, dal 2023, all’incasso del Canone Rai attraverso la bolletta della luce. Il Canone italiano, ricorda, è il più basso in Europa, così come il numero di giornalisti in organico, in proporzione alle ore di trasmissioni autoprodotte. A fine marzo, in un documento approvato all’unanimità dall’assemblea, i Cdr della Rai chiedevano che fosse garantita la certezza delle risorse disponibili ogni anno per il servizio pubblico radiotelevisivo, con la restituzione alla Rai dell’intera quota del Canone versato dai cittadini, il cosiddetto extra-gettito, in tutto 200 milioni all’anno, considerando anche il taglio strutturale del 5%, che spettano al Servizio Pubblico da anni”.
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