Avete mai avuto il desiderio di farvi impiantare dei chip sottopelle? Per un motivo o per un altro probabilmente sì, ma è chiaro che non tutti sono propensi a portare a termine questa scelta per il semplice fatto che credano che sia dannoso. Adesso immaginatevi qualcuno che ha dentro di se più di una dozzina di processori; perché lo ha fatto?
Il protagonista di questa storia è Patrick Paumen, la cui vicenda ha scatenato non poche polemiche dal momento che ogni volta che paga in un negozio o in un ristorante, utilizza soltanto la propria mano. Esatto: fa a meno dei contanti e di qualunque altro dispositivo elettronico possa essere utile a questo scopo. E se vi state chiedendo in che modo ci riesca, beh, non è così difficile da immaginare.
Infatti ha deciso di farsi impiantare ben 32 chip differenti sottocutanei, permettendogli di saldare tutti gli acquisti che vuole poggiando la mano sinistra vicino al lettore di carte contactless. Ciò che ha impressionato tutti quanti è che ha deciso di utilizzarne tanti, e non pochi come ci si aspettava; come reagisce la gente non appena vede una cosa del genere?
Pro e contro dei chip
Paumen esprime la sua considerazione sia su come lo vedano le persone che su quello che pensa per quanto riguarda la tecnologia di cui fa uso ogni giorno: “Le reazioni che noto alla cassa quando pago con la mano non hanno prezzo. Gli impianti contengono le stesse tecnologie che utilizziamo quotidianamente. I chip RFID vengono già impiegati per gli animali domestici così da identificarli quando si smarriscono. Ma non è possibile localizzarli utilizzando un RFID: l’animale scomparso deve essere rintracciato fisicamente affinché gli si scansioni il corpo alla ricerca del chip. L’impianto deve trovarsi nelle prossimità del campo magnetico generato da un lettore RFID (o NFC): solo quando avviene l’accoppiamento magnetico tra il lettore e il trasponder del chip l’impianto può essere letto”.
Ma qual è la compagnia più famosa per quanto riguarda la vendita di microchip? È Walletmor, la quale afferma che sia diventata di recente la migliore nel suo campo. In questo caso il fondatore Wojtek Paprota dichiara che: “L’impianto può essere utilizzato per pagare un drink sulla spiaggia di Rio, un caffè a New York, un taglio di capelli a Parigi o al negozio di alimentari locale. Può essere utilizzato ovunque siano accettati pagamenti contactless”.
Ma c’è chi non è assolutamente d’accordo con questa tecnologia. In molti la pensano in tal modo: “Quanto siamo disposti a pagare, per questa comodità? Dove arriva il confine quando si tratta di privacy e sicurezza? Chi proteggerà l’infrastruttura e gli esseri umani che ne fanno parte?”. A questa opinione si unisce anche Nada Kakabadse, una professoressa di politica, governance ed etica alla Henley Business School della Reading University, che afferma questo: “C’è un lato buio della tecnologia che potenzialmente favorisce gli abusi. Chi possiede i dati, chi ne ha accesso? Ed è etico chippare le persone come facciamo con gli animali domestici?“.