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Guerra in Ucraina: ora c’è l’addio anche al Club 8-bit, il più grande museo di computer del paese

Uno dei più grandi musei che esistano per quanto riguarda il settore della tecnologia, ormai è soltanto uno sbiadito ricordo. La guerra lo ha distrutto, radendolo al suolo del tutto e privandoci di un pezzo di storia molto importante che adesso potrà essere ricordato soltanto attraverso delle foto. Ma come è accaduto, e in che maniera la gente è venuta a sapere di questa notizia? Vediamo di scoprirlo subito senza perdere tempo.

Sentiremo sicuramente la mancanza di questo incredibile luogo che, oramai, è solo cenere. Nulla sarà in grado di cambiare quanto successo – Computermagazine.it

Il Club 8-bit, pochi giorni fa, ha subito un danno inequivocabile: è stato completamente distrutto a seguito dell’assedio delle forze militari russe alla città di Mariupol. Il dolore di questo avvenimento è stato condiviso da
Dmitry Cherepanov, il proprietario della struttura, il quale ha mostrato ciò che è rimasto del museo e anche quali erano i preziosi dispositivi che conteneva tramite Facebook.

In un post scritto, l’uomo ha fatto sapere cosa è successo in breve e anche ciò che è rimasto, tenendo presente la questione che non potrà più tornare indietro nulla: “Ecco fatto, il museo del computer a Mariutol non c’è più. Tutto ciò che resta della collezione che porto avanti da 15 anni sono solo frammenti di ricordi sulla pagina Facebook, sul sito web e sulla stazione radio del museo“.

La storia del Club 8-bit

La guerra non solo ha causato vittime, ma ha anche portato via un museo molto importante costruito soltanto dopo molti anni di dura ricerca e lavoro – Computermagazine.it

Ma che cosa conservava il Club 8-bit? Il museo ospitava una collezione di oltre 500 pezzi che spaziavano lungo tutta la storia del computer, con alcuni cimeli risalenti addirittura agli anni ’50. Parliamo indubbiamente di una delle collezioni più vaste ed interessanti di computer mai esistita, anche perché vi erano al suo interno persino dei sistemi dell’era sovietica. Cherepanov ci ha messo un decennio per realizzarla, mentre per perderla sono bastati pochi minuti.

Per riuscire nella sua impresa, ha dovuto raccogliere e ripristinare moltissime informazioni per riuscire a ricostruire una vera e proprie storia tra l’Ucraina e la Russia nell’ambito della tecnologia. Nel post, comunque, ha pure riferito che oltre ad aver perso la sua più grande opera, sfortunatamente persino la sua casa è andata in mille pezzi. La guerra, in sostanza, gli ha portato via ciò che aveva di più caro al mondo.

Sebastiano Spinelli

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