SPHEREx, una delle missioni scientifiche più importanti per comprendere la storia dell’origine dell’Universo e che ha l’obiettivo di svelarci come esso si sia evoluto a partire dagli istanti successivi al Big Bang, partirà entro l’anno 2025: le rivelazioni della NASA.
Ci siamo quasi: il telescopio spaziale SPHEREx, come rivelato recentemente dalla NASA tramite un comunicato ufficiale, è quasi pronto al decollo: mapperà la quasi totalità dello spazio (solo a pensarci, viene il capogiro, almeno a chi vi scrive..!), il 99% per la precisione, operando nello spettro d’indagine dell’infrarosso.
SPHEREx agirà nello spazio in parallelo con il Vera Rubin Observatory, non appena anch’esso verrà completato per operare a pieno regime (si prevede entro il 2023), il telescopio riflettore della LSST Corporation localizzato sulla montagna Cerro Pachòn a Nord del Chile e, dunque, operativo “da terra” per l’ispezione dell’intera volta celeste notturna.
Inoltre, a differenza dei suoi più noti predecessori a infrarossi, come il celebre Hubble ed il più recente telescopio James Webb, che si sono concentrati su “piccole” (il virgolettato è d’obbligo in questi casi) porzioni dello spazio, SPHEREx acquisirà dati ed immagini della quasi totalità di ciò che definiamo come tale, conosciuto e – forse? – sconosciuto fino ad ora.
Le previsioni di partenza rivelate della NASA
Il 2025 è stato indicato dalla NASA come l’anno più verosimile per il decollo di SPHEREx. Tra i dettagli di maggior rilievo, l’amministrazione spaziale di Washington ha esplicitato anche che, con l’obiettivo di privilegiare una visione più ampia dello spazio, il telescopio, pur basandosi sull’analisi ad infrarossi, sacrificherà precisione e dettaglio.
Ciò consentirà di concentrarsi in particolare sulla rilevazione del calore di fondo prodotto dall’Universo già a partire dai primi secondi (proprio così!) successivi al Big Bang, che il telescopio invierà poi sulla Terra nella forma di immagini.
A questo punto, potrà innescarsi una nuova collaborazione in parallelo: ovvero, ogni qualvolta SPHEREx raggiungerà risultati parziali di particolare interesse, il telescopio James Webb potrà giungere in soccorso per fornire maggiori dettagli e precisione, soprattutto in quanto alle indagini dedicate all’acqua ed alle molecole organiche complesse presenti tra i vivai stellari più ancestrali. Insomma, prepariamoci al 2025: perché tutto porta a prevedere che ne vedremo letteralmente delle belle!