Se foste appassionati di spazio, sapreste senza dubbio che da decenni gli addetti ai lavori stanno cercando di svelare l’enigma del Pianeta Nove. Si tratta dell’elusivo pianeta, così come lo definisce Focus, di cui alcuni astronomi hanno ipotizzato l’esistenza, per poi spiegare che forse ce ne fosse più di uno, fino a rassegnarsi all’idea che probabilmente non esistesse.
Secondo la schiera di sostenitori del Pianeta Nove, lo stesso si troverebbe in orbita oltre Nettuno, ai confini quindi del sistema solare, e a suggerirlo sarebbero i moti di alcuni corpi agli estremi del sistema solare: “Le loro orbite – specifica a riguardo Focus – alquanto diverse rispetto a tutti gli altri corpi del nostro sistema, si giustificherebbero con la presenza di una super-Terra, almeno cinque volte più massiccia del nostro Pianeta, che le influenza”.
PIANETA 9, UN MISTERO SPAZIALE MAI RISOLTO: UN AIUTO DAI NUOVI TELESCOPI?
Peccato però che fino ad oggi non sia stata ancora trovata alcuna prova concreta di tutto ciò. Anni fa due ricercatori del mitico CalTech, il California Institute of Technology di Pasadena, negli Stati Uniti, hanno ipotizzato l’esistenza di un nuovo pianeta agli estremi confini della fascia di Kuiper, il margine più estremo dell’intero sistema solare, e in questo caso si è pensato subito al Pianeta Nove. Si tratterebbe di un corpo celeste grande tre o cinque volte la massa della Terra e che sarebbe ad una distanza dal Sole 225 volte maggiore rispetto a quella del nostro Pianeta. C’è poi un’altra ipotesi, quella che il Pianeta Nove sia una vera e propria stella. In realtà, come affermato poi da Rowan-Robinson analizzando i dati di uno studio apposito: «Stando a quello che abbiamo potuto verificare, quel corpo si comporta proprio come un oggetto in movimento, quindi come un pianeta».
Nulla da fare quindi, non si è certi al 100 per cento di cosa sia e soprattutto dove sia il Pianeta Nove, ma di certo gli addetti ai lavori non si sono dati per vinti e stanno continuando a studiare e approfondire l’argomento per provare a trovare una risposta concreta a questi dubbi che li assillano da anni addietro. Secondo Hdblog.it, tutto potrebbe cambiare con i nuovi telescopi che entreranno in funzione nel futuro prossimo, fra cui l’Osservatorio Vera Rubin in Cile, strumenti che dovrebbero finalmente permettere agli astronomi di godere della tecnologia perfetta per svelare questi tipi di misteri dello spazio. Fra questi troviamo senza dubbio il Simonyi Survey Telescope, un telescopio riflettore ad ampio campo dotato di uno specchio primario di 8.4 metri, che fotograferà il cielo interno a intervalli notturni regolari, e che regalerà immagini nitide su un campo visivo molto ampio, foto che saranno registrare da una camera di imaging CCD da 3,2 gigapixel, la più grande mai costruita.