Una guerra che si combatte anche sui social, quella che in queste settimane sta catalizzando l’attenzione dei media e non solo. Questa volta, coinvolti, gli hacker di Anonymous, rei di aver messo KO il Facebook russo.
C’è poco da fare, nel ventunesimo secolo la guerra – almeno, quella contro la propaganda – si combatte anche, soprattutto, sui social network. Ancora una volta il gruppo di hacker Anonymous ha voluto mettere i bastoni tra le ruote dei russi, infilandosi come una freccia in uno scudo impenetrabile nel social network VKontakte. Il social omologo di Facebook, che spopola nelle lande russe (+400 milioni di iscritti a fine 2021), è stato preso d’assalto dal gruppo di hacker, con l’intento di smontare la propaganda russa inviando messaggi agli iscritti.
Anonymus a muso duro contro Mosca: “L’esercito russo ha distrutto molte città pacifiche e infrastrutture civili“
Ovviamente il contenuto dei messaggi fa riferimento a ciò che sta avvenendo da settimane in Ucraina, con informazioni sulle azioni dell’esercito russo – compresi il numero di morti tra civili e militari, sia dell’esercito russo che di quello ucraino.
“L’esercito russo ha distrutto molte città pacifiche e infrastrutture civili. Decine di migliaia di persone sono rimaste feriti e più di 5.000, di cui 100 bambini, sono morte” è parte di ciò che viene scritto nel messaggio. L’account ufficiale di Anonymous, su Twitter, ha rivendicato la notizia, ripresa inizialmente dai colleghi di TechCrunch. Sono stati così pubblicati altri messaggi inviati agli iscritti del social russo: “Nessuno dei compiti stabiliti dall’esercito russo è stato adempiuto: centinaia di unità di equipaggiamento sono state distrutte, decine di migliaia di soldati sono stati feriti, 560 sono stati fatti prigionieri e più di 11 mila sono morti in Ucraina“.
Quest’ultima operazione fa da eco a ciò che negli scorsi giorni il gruppo di hacker aveva organizzato. In altre parole, accedendo al sito web 1920.in, è possibile inviare SMS personalizzati a numeri di telefono russi con testi personalizzati. “Cari russi, i vostri media sono stati censurati. Il Cremlino sta mentendo“. Anche in questo caso l’obbiettivo è smorzare la censura messa in atto da Mosca per alterare l’informazione internazionale sugli avvenimenti in Ucraina.